VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo



Sans passion il n'y a pas d'art

Calamus
Xenia


Per Luciano Caruso
di Pietro P. Daniele - Emilio Piccolo


Tre i viaggiatori. Incontratisi per caso. Come avviene spesso quando i corpi di tre anime indipendenti si incrociano per un solo attimo. Si catturano, talvolta, per frazioni di tempo non valutabili. E stringono parti e costruiscono mondi. Con le regole di un mondo che solo il Mancino conosce da sempre. E ci sono albe e tramonti e moti di rotazione e rivoluzione. Ed esplosioni finali. Così accadde fra i tre viaggiatori. Ma uno dei tre aveva un altro futuro ed un'altra galassia. E un giorno riprese la sua orbita.

Te ne sei andato
arrabbiato come al solito, lo sappiamo e lo supponiamo
dolce fino alla nausea
quando fingevi di essere il padre
di noi figli tuoi coetanei solamente.

Sei morto come succede nei libri
dove contano i fatti
e le descrizioni
e tutto di può raccontare
perché ci sono le parole
e l'onnipotenza dell'alfabeto.

Sei morto senza una patria
come succede a quelli della tua specie
che costruiscono case e castelli
e capanne
nei territori sonori
di due parole ripetute in rima
arrogante come un gesuita
che segna il mondo e noma le cose
et le erbe et i pesci
et le piante et i frutti
et i mari et i fiumi
l'inchiostro nero e rosso
quasi a separare l'infinito e il provvisorio.

Sei morto come una parola lasciata a metà
che è peggio di un pesce senza pinne
nell'infinito del verbo
che ci travolge a caso
e a caso finge regole e futuri
e sensatezze esauste e buoni sentimenti.

Sei volato via come una foglia lieve
che noi crediamo
per l'autunno volata.
E forse era la foglia
a farsi destino e ribellione e volo di distacco
ché i mondi sono miliardi
e tutti belli e tutti in disaccordo
nella sinfonia che il Mancino dirige
fra la veglia e il sonno.

Forse tu fosti la parola senza pinne
che per magia ci prese
di grande amore e riverenza
nei pomeriggi che Partenope ossuta e spigolosa
si dipanava nella giovinezza nostra.

Forse lo sei ancora dopo tutto
dolce teppista
ché ora ti nascondi ad arte, lo sappiamo,
come le parole che con sacri percorsi cancellavi
per il gusto di renderle
immortali.


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