e
la femmina s'accorse e l'uomo
                  e
s'accorsero che loro erano nudi
                  
                  e così
cucirono foglie di fico
                  
                  e così
la campagna produsse spine e gramigna e spine
                  
                  e così
le stagioni tra labirinti di erbe e barbe
                  
                  per le
cicatrici delle rose le demenze gli affanni
                  
                  le ingiurie
consumate le bufere i fragili riverberi
                  
                  un verbo
confuso per le bambine tra le righe ormonali
                  
                  e le angosce
di tane carnali
                  
                  così
che chi ti abbraccia ti trafigge
                  
                  scava ed
incendia tra roghi e rughe
                  il cuore
magro si brucia nel brodo nelle frange della cute
                  
                  risveglia
la salamandra cieca dormiente
                  
                  nel fuoco
che morde ora
                  
                  quest'amore
rovesciato sgravato di concimi
                  
                  erede di
insonnie farfalle e mosche sulle pareti
                  
                  una rete
che orienta le pupille con la brezza del niente
                  
                  riflessi
da dimenticare da tenere nella penombra
                  
                  sulle timide
tinteggiature e già trema di vertigini
                  
                  questo
cielo
                  
                  raggrinzito
nell'enigma del suo colore
                  
                  vulva di
sibilla animata dal tremore sonoro
                  
                  e dolo
per le rondini in volo vulva di sibilla alata
                  
                  che tramuta
la sua fortuna in questo giro di lune
                  
                  ecco ora
l'urlo del cuore tra queste rime
                  
                  aggrovigliate
                  
                  e quasi
dimentico di essere un poeta per trovare
                  
                  un passaggio
un giaciglio in questo silenzio
                  
                  che serpeggia
nella gabbia del ragno che gioca
                  
                  vulva
carnale
si carezza serena
                  
                  con il
vento con le nebbie si molesta con severe
                  
                  sciabolate
                  
                  si veste
si sveste con i lividi lidi coi nidi di bestie
                  
                  impaurite
                  
                  un amore
un delirio corroso nelle crepe di una
                  
                  prudenza
ingegnosa femmina
                  
                  che si
bestemmia
                  
                  il
pellegrinaggio
dell'ombelico con il coraggio
                  
                  dei reggicalze
                  
                  e le
circostanze
le tentazioni alluvioni
                  
                  irrigazioni
nei salotti pop?corn e gargarismi spirituali
                  
                  e 'mbriachi
singhiozzi recitati ai telefonini cellulari
                  
                  paradossi
ventilati a più non posso tuttavia
                  
                  ancora
elementi di vita nella concimaia
                  
                  della
matematica
dove una cruda anatomia
                  
                  di grano
e cervello e memoria di abbracci
                  
                  come una
merce
                  
                  esotico
gottoso medesimo cibo di sesso
                  
                  a dismisura
                  
                  confinato
nel proclama legale una orchidea
                  
                  magnanima
che passa tra i denti di una battaglia
                  
                  quasi un
transito storicizzabile un terrore moderno
                  
                  per un
phallo onnivoro adorno di poesia diplomatica
                  
                  è
così sia
                  
                  un grembo
rovesciato
                  
                  e senza
stagione
                  
                  un
corri?corri
dietro
                  
                  con il
cordone ombelicale penzolante
                  
                  così
sia questo amore?delirio
                  
                  che si
chiude nella gabbia e che serpeggia
                  
                  così
sia per la femmina ed il fico
                  
                  per la
campagna bagnata di gramigna
                  
 
                  
                  per le
cicatrici
confuse tra le rughe così
                  
                  sia per
il cuore magro
                  
                  e per un
brodo carnale che si paga
                  
                  con un
livido di silenzio e
                  
                  con una
poesia diplomatica con una assenza
                  
                  così
sia per la prima volta
                  
                  una volta
ancora e poi per sempre e poi basta
                  
                  
                  
                  Musica
di Rino Zurzolo
                  
                  da Poema
Averno
                  , Terra del fuoco 1999