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Poetry Wave

Recensioni e note critiche

Akusma: forme della poesia contemporanea
di Antonio Spagnuolo


Akusma: forme della poesia contemporanea, Edizioni Metauro, L.28.000
 
Spesso la poesia, in questi ultimi decenni, ha sopportato vicende alterne, che l’ hanno spostata da alcune analisi dedicate all’attenzione più viva ed opportuna ad incredibili fermentazioni di assoluta indifferenza, non riuscendo mai a proporre al probabile fruitore il credibile senso che tale scrittura può esprimere in seno alla civiltà contemporanea.
“Ciò che si ode. Ascoltare anteponendo alla soggettività di chi ascolta le parole che si offrono all’ascolto, la conoscenza ancora possibile alla conferma del sapere presunto. Ciò che si ode occorre ascoltarlo. Non basta sentire. Ancor meno ascoltare sentendo soltanto le parole che possono confortare il risaputo”. Questo il brano proposto nel risvolto di copertina. Un volume di ben duecentonovantasei pagine con progetto grafico elegante e stimolante.
Mario Lunetta nel suo intervento sottolinea: “ Quaranta autori di poesia (anagrafi di nascita 1950 – 1970, come dire o ancor giovani o giovanissimi) costituiscono un’attendibile mappa di ciò che si produce in un’area supposta consapevole delle ragioni dello  scrivere in versi (e, insomma, dello scrivere)  in questi nostri anni che sembra abbiano la facoltà decisamente temibile di macinare forme e coscienza  della forma a una velocità fino a ieri  inimmaginabile. Ciò è dovuto anche, credo, all’agglutinamento sempre più sfrontatamente gelatinoso dei media, che sempre meno mediano conoscenze e messaggi, e paiono (ormai quasi con la loro stessa visibile disperazione, tuttavia colpevole, irresponsabile, connivente, ipocrita) funzionare semplicemente, e secondo uno stesso logos della reticenza, come meri ripetitori  della parola del potere che, come da sempre si sa, quanto più si costipa tanto più si realizza come vuoto. E’ appunto questo vuoto, allora, che la lingua della poesia si fa carico di riempire, lavorando (anche, ma non secondariamente) come pronuncia della surrogazione e rottura del silenzio…”
‘Akusma potrebbe essere uno dei privilegiati depositari delle inquietudini e delle meraviglie di alcuni giovani autori, fornendo contributi e testi di notevole interesse, sia per quanto riguarda la composizione, sia per le letture critiche che arricchiscono e completano le pagine.
Non potendo esaminare ad uno ad uno gli oltre quarantacinque firmatari dell’antologia ci limitiamo a darne l’elenco in ordine alfabetico, in modo tale che il lettore possa già comprendere la mole e la struttura di tale iniziativa.
Vincenzo Bagnoli, Mariano Baino, Sergio Beltramo, Alessandra Berardi, Marco berisso, Vitaniello Bonito, Franco Buffoni, Piero Cademartori, Davide Campi, Guido Caserza, Biagio Cepollaro, Andrea Cortellessa, Mario Corticelli, Enrico D’Angelo, Alessandro Di Prima, Stefano Decimo, Gabriele Frasca, Marcello Frixone, Florinda Fusco, Nevio Gambula, Paolo Gentiluomo, John Gian, Riccardo Held, Andrea Inglese,  Salvatore Jemma,  Fabrizio Lombardo, Niva Lorenzini, Tiziana Lucattini, Mario Lunetta, Marinella Marchetti, Giorgio Mascitelli, Giuliano Mesa, Mario Moroni, Tommaso Ottonieri, Marco Paladini, Donata Passanisi, Giorgio Patrizi, Mario Pieri, Rosa Pierno, Andrea Raos, Gian Paolo Renello, Erminio Risso, Massimo Rizzante, Sergio Rotino, Luca Sala, Massimo Sannelli, Stefano Semeraro, Silvia Tessitore, Ranieri Teti, Andrea Tromboni, Lello Voce.
Affrancata da ogni equivoco storico-letterario si riconoscerà in questa operazione l’indagine sul linguaggio, la oculata selezione non per tendenze, ma semplicemente per presenze generazionali, le immagini spazio-scrittura che riescono ad abitare la raccolta con discrezione e precisa formulazione.

Indice recensioni e note critiche
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Immagine: Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997


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