Vico Acitillo 124
Poetry Wave

Recensioni e note critiche
 

Lucetta Frisa, Gioia piccola
di Elio Grasso

Lucetta Frisa, Gioia piccola
All’antico mercato saraceno, Treviso 1999

Il dono di un libretto come questo è un dono di poesia. Il poemetto dedicato alla madre porta Lucetta Frisa dentro un “cercare”, ancora più energico che in passato, negli strati profondi del nido, dove le parole scritte e le parole dette stringono un patto vigoroso. Il segno è quello del ricordo rimpicciolito e trasformato in ripostiglio ombroso. Non credo che lì dentro, poi, vi restino confinate aspettative dickinsoniane, o attese di valore, conferme. Come già in Notte alta, la figlia esplora l’universo delle radici terrene, ben conosciuto e travasato nel presente talvolta contrario; la figlia guarda ancora una volta il corpo materno, e così facendo lo rende percorribile da mani ormai tremanti e “piccole”. Una misura, senza alcun dubbio, da consegnare all’avvenire, alle cose del corpo e alle cose che stanno intorno. Viene dunque fuori da queste pagine anche una memoria del futuro, non un semplice presagio, ma quello che sicuramente sarà. Così i gesti sono gesti che qualcuno vedrà, e per questo ci sono momenti di lettura che hanno poca aria, ma per eccesso di visione. Le labbra si stringono quando incontriamo accenni a situazioni della contingenza quotidiana, quando di schianto si capisce che la misura “piccola” è la realtà di un letto sbarrato, di pareti che non esistono e che i pochi metri quadrati di quel letto sono il confine di tutta una casa. Ma sono ricchi i voli che Lucetta Frisa tende su questo precipizio, arretrando alle fiabe d’occidente e d’oriente, usandole come unguento alleviante. E, come in una fanciullezza rivisitata, sfiora le cose dei dintorni, anche le pietre, anche la pelle liscia dei corpi, ne annusa la dolcezza. Fa presto a passare dalla stanza stretta alla stanza infinita, ecco tutto: la voce, ora allarmata ora musicale, diventa una voce di mille sfumature, capace di salmodiare nella poesia e nella vita, direttamente sul video del computer e nell’aria mal arredata che sta intorno al letto sbarrato, alla culla.

26 novembre 2002

Indice generale
Immagine:
Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997


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