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Poetry Wave
 

Recensioni e note critiche
Franco Brioschi : Critica della ragion poetica
di Antonio Spagnuolo


Franco Brioschi, Critica della ragion poetica
Bollati Boringhieri, 2002, pagg. 314, € 28.00 

Il tempo lavora su tutti noi tracciando segni e conflitti anche nella memoria.

Ma la memoria rimane l’unico strumento della nostra unità, riportando e rielaborando le immagini mutevoli e sfiocate delle percorrenze.

…Se Voltaire intendeva battersi sino alla morte perché anche il suo più accanito avversario avesse il diritto di parola, non vedo per quale ragione io dovrei mettermi a eccepire sui giudizi estetici del mio anziano vicino di casa. Il mio apprezzamento non è più esteticamente legittimo del suo….(pagg. 36-37) …Posso invece sostenere, ed è tutt’altro discorso, che la scrittura di Joyce si nutre di una sapienza stilistica, di una cultura e di una intelligenza senza riscontro alcuno nella scrittura di Carolina Invernizio; che la sua descrizione del mondo è infinitamente meno angusta, il suo universo morale meno gretto, le sue armoniche emotive meno elementari: che insomma essere in grado di leggere e apprezzare esteticamente l’  Ulysses è meglio che doversi limitare a leggere e apprezzare esteticamente il Bacio di una morta…”

Frutto di un’appassionata ricerca, che potremmo augurarci non esauritasi con questo lavoro, organicamente collegata al “dire poetico”, lo studio del linguaggio, mediante la costruzione dei rigorosi riferimenti, è qui governato con acume e competenza.

Brioschi tratteggia pagine di piacevole lettura – anche se gli argomenti potrebbero apparire difficilmente abbordaboli - così che il lettore attento riesce a seguire, con coinvolgimento, le incidenze, le occasioni, gli sviluppi di una “logica” critica attualissima.

Il territorio delle certezze infatti  differenzia i confini della saggistica   configurandosi come etica/estetica di un “viandante” che cerca di elaborare nel migliore dei modi le diversità dell’esperienza : analisi, ragione, spiegazione di testi .

Dalla “filosofia dello Zibaldone” – con la sua indimenticabile sofferenza: percezione, immaginazione, memoria, desideri, affetti, centrata sull’immagine dell’uomo “sensibile” – il progetto giunge all’annosa difficoltà della “spiegazione” .

Uscire dalla ingenuità di quanti credono che le cose sono ciò che appaiono, per riuscire ad abitare la distanza che intercorre tra “apparenza” e “realtà”: la capacità di trovare di volta in volta il “valore” della parola, accelerata dalle imprevedibili soluzioni che potrebbero o potevano modificare il “farsi”.

Il lettore sperimenterà da se le corrispondenze che riescono a muoversi fra le sorprese dello stile.

“un suono linguistico – dice l’autore – possiede molte proprietà fisiche: timbro, altezza, intensità, ecc. ma solo alcune sono pertinenti…si che i rapporti di equivalenza e di opposizione si adeguino al contenuto empirico…”  

L’esperienza letteraria qui redatta ha un pregio infinito per chi volesse (oggi che  tanta cultura viene bistrattata dai mass media) arricchire notevolmente il proprio bagaglio, al di fuori e per mezzo delle competenze specialistiche del “trattato” .

29 luglio 2002

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Immagine:
Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997


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