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Poetry Wave
 

Recensioni e note critiche
Alfonso Scirocco, Garibaldi
di Antonio Spagnuolo



Alfonso Scirocco, Garibaldi, Laterza 2001, pagg. 438, L. 38.000

Non desti meraviglia se in una rassegna che si indirizza principalmente alle opere di poesia presentiamo un libro di storia.

Il volume di Alfonso Scirocco – che ha per sottotitolo : “battaglie, amori, ideali di un cittadino del mondo” – sottende in tutta la sua stesura un afflato lirico tale da  rendere la lettura assolutamente priva di lacerazioni e modulata al ritmo suggestivo dalle infinite reviviscenze 

Il testo, che ha una rigida impostazione di ricerca, attanaglia il lettore come un racconto, un romanzo, una leggenda, con pagine che vanno dalla semplicità di scrittura, in un registro estetico di notevole fattura, ad una straordinaria ricchezza di documentazione organizzata in una analisi laboriosa sia sul piano culturale che sul piano re/interpretativo.

La tensione immaginativa, ordita dal rigorismo e dal controllo delle informazioni, assapora la singolarità di quest’opera, che, con i suoi rapporti critici e le sue esplorazioni attraverso l’itinerario personale dell’eroe, sembra voler offrire al fruitore quasi un “romanzo” (ma romanzo non è) che si basa su di una vicenda potente e suggestiva, ancorata ad un personaggio che vive la sua realtà squisitamente romanzesca.

Dalla gioventù ricca di espedienti e di fantasiose libertà, alla maturità, alla fine, tutto si svolge con una eleganza espositiva degna di un omaggio alla pagina narrativa.

La “parola” riesce qui ad esprimere i sentimenti che hanno dato origine al carattere avventuroso di Garibaldi, riesce a sottolineare con precisione i disagi, le conquiste, i fallimenti di quell’uomo, attraverso le sue stesse parole o con l’aiuto severo delle testimonianze, entro la tensione che troppo spesso lo mette in bilico fra la legalità e la rivoluzione, fra le esigenze dei tempi e la necessità della storia.

Le imprese del Nizzardo non avrebbero alcun senso se la sua personalità avesse avuto altri risvolti: nel suo sorprendente vagabondaggio di prestigioso condottiero egli ha toccato vette e abissi con una esaltante complicità del destino, che lo ha esposto sia alla ideologia che alla mediocrità con sbalzi e imprevisti tali da stordire il suo stesso fervore  .

E Scirocco puntualizza con amore ed arguzie, con scrupolosità e spunti di armoniosa ironia, ogni passo che possa aver avuto “significato”.

“Amarezze politiche e delusioni d’amore” – un capitolo centrale del volume – rappresentano la partecipazione vitale e la educazione cosmopolita che l’uomo Garibaldi attraversa con le sue inconfondibili esperienze. 

L’eroe sembra non vivere affatto per la “guerra”, ma ne insegue la necessità dolorosa, con la sua sempre giovanile e sincera ribellione contro le ingiustizie, ed il sogno di una unione a tutto raggio delle nazioni evolute.

Se esiste un “credo” nella vita di ciascuno di noi questo credo è stato il movente principale delle idee morali ed impegnative di Garibaldi, e “la grandezza di Garibaldi – scrive Scirocco nell’epilogo- sta nel suo mito, che non si forma dopo la morte, nella venerazione dei posteri: diventa parte della personalità dell’Eroe attraverso la straordinaria impressione che destano nel mondo le sue eccezionali imprese , quelle americane e quelle europee, attraverso il fascino che esercita sugli uomini e sulle masse, sugli intellettuali e sui diseredati, attraverso le forze morali e sentimentali che mette in moto col suo incredibile disinteresse, le speranze di indipendenza nazionale e la redenzione sociale che suscita.”
 

9 ottobre 2001

Alfonso Scirocco, napoletano, docente di Storia del Risorgimento presso l’Università Federico II di Napoli dal 1966. Fa parte del consiglio di presidenza dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, della commissione nazionale per la pubblicazione dei carteggi di Cavour e di quelle per le edizioni nazionali degli scritti di Mazzini e di Garibaldi. E’ presidente dell’Istituto campano per la storia del giornalismo. Nel 1980 ha ricevuto il premio Napoli per la meridionalistica.

Ha curato in particolare tre filoni di ricerca: il Mezzogiorno d’Italia dal Settecento alla Seconda guerra mondiale; i democratici italiani nell’Ottocento, da Mazzini e Garibaldi alle società operaie; il ribellismo contadino, il brigantaggio, e le tecniche di repressione in Europa e in Italia in età moderna.

Un disegno complessivo delle vicende dell’Italia dall’età napoleonica all’unità (1800-1871) è il volume “L’Italia del Risorgimento” (Il Mulino II ediz. 1993), innocui la storia politica si associa alle acquisizioni della storia della società e delle istituzioni. In un agile volumetto, “In difesa del Risorgimento” (Il Mulino 1998)  egli ha illustrato sinteticamente le ragioni del processo che in pochi decenni portò all’unità politica della penisola sotto Casa Savoia, richiamando le possibili analogie con l’attuale cammino verso l’unità europea. In “Garibaldi”.Battaglie, amori, ideali di un cittadino del mondo” (Laterza 2001) ha tracciato l’avvincente biografia dell’italiano più ammirato ed amato dell’ottocento.


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Immagine:
Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997


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Otto Anders