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Vico
Acitillo 124
Poetry Wave
Francesco
Guccini
Canzone per Silvia
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ll cielo
dell'America son mille cieli sopra a un continente;
il cielo
della Florida è uno stracciò che è bagnato di celeste,
ma il cielo
là in prigione non è cielo, è un qualche cosa che
riveste
il giorno
e il giorno dopo e un altro ancora sempre dello stesso niente.
E fuori
c'è una strada all'infinito, lunga come la speranza,
e attorno
c'è un villaggio sfilacciato, motel, chiese, case, aiuole,
paludi
dove un tempo ormai lontano dominava il Seminole,
ma attorno
alla prigione c'è un deserto dove spesso il vento danza.
Son tanti
gli anni fatti, e tanti in più che son ancora da passare,
in giorni
e giorni e giorni che fan mesi che fan anni ed anni amari;
a Silvia
là in prigione cosa resta? Non le resta che guardare
l'America
negli occhi, sorridendo coi suoi limpidi occhi chiari.
Già,
l'America è grandiosa ed è potente, tutto e niente, il bene
e il
male,
città
coi grattacieli e con gli slum e nostalgia di un grande ieri,
tecnologia
avanzata e all'orizzonte l'orizzonte dei pionieri,
ma a volte
l'orizzonte ha solamente una prigione federale.
L'America
è una statua che ti accoglie e simboleggia, bianca e pura,
la libertà,
e dall'alto, fiera, abbraccia tutta quanta la nazione,
per Silvia
questa statua simboleggia solamente la prigione
perché
di questa piccola italiana ora l'America ha paura.
Paura del
diverso e del contrario, di chi lotta per cambiare,
paura delle
idee di gente libera che soffre, sbaglia, spera;
nazione
di bigotti ora vi chiedo di lasciarla ritornare,
perché
non è possibile rinchiudere le idee in una galera.
ll cielo
dell'America son mille cieli sopra a un continente
ma il cielo
là rinchiusi non esiste, è solo un dubbio, o un'intuizione;
mi chiedo
se ci sono idee per cui valga restare là in prigione,
e Silvia
non ha ucciso mai nessuno e non ha mai rubato niente.
Mi chiedo
cosa pensi alla mattina nel trovarsi il sole accanto,
o come
fa a scacciare fra quei muri la sua grande nostalgia,
o quando
un acquazzone all'improvviso spezza la monotonia,
mi chiedo
cosa faccia adesso Silvia mentre io qui piano la canto.
Mi chiedo
ma non riesco a immaginarlo; penso a questa donna forte
che ancora
lotta e spera perché sa che adesso non sarà più sola.
la vedo
con la sua maglietta addosso, con su scritte le parole
che sempre
l'ignoranza fa paura, ed il silenzio è uguale a morte.
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Otto
Anders