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Vico
Acitillo 124
Poetry Wave Francesco
Guccini
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Il Mercoledì
delle Ceneri ci confessarono bene o male
che la
festa era ormai finita, è ormai lontano il Carnevale.
E proclamarono
penitenza e in giro andarono col cilicio
ruttando
austeri:" ci vuol pazienza, siempre adelante, ma con juicio ".
E fecero
voti con faccia scaltra a Nostra Signora dell'Ipocrisia
perché
una mano lavasse l'altra, tutti colpevoli e così sia
e minacciosi
ed un po' pregando incenso sparsero al loro dio
sempre
accusando, sempre cercando il responsabile, non certo io.
La domenica
di mezza Quaresima fu processione di etere di stato
dai puttanieri
a diversi pollici, dai furbi del " chi ha dato, ha dato
".
Ed echeggiarono
tutte le sere come rintocchi schioccanti a morto
Amen, Mea
Culpa e Miserere, ma neanche un cane che sia risorto.
E i cavalieri
di tigri a ore e i trombettieri senza ritegno
inamidarono
un nuovo pudore, misero a lucido un nuovo sdegno
si andò
alle prime con casto lusso e i quiz pagarono sobri milioni
e in pubblico
si linciò il riflusso per farci ridiventare buoni.
Così
domenica dopo domenica fu una stagione davvero cupa
quel lungo
mese della quaresima rise la iena, ululò la lupa,
stelle
comete ed altri prodigi facilitarono le conversioni
mulini
bianchi tornaron grigi, candidi agnelli certi ex leoni.
Soltanto
i pochi che si incazzarono dissero che era l'usato passo
fatto dai
soliti che ci marciavano per poi rimetterlo sempre là, in
basso.
Poi tutto
tacque, vinse ragione, si placò il cielo, si posò il mare,
solo qualcuno
in resurrezione, piano, in silenzio, tornò a pensare.