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Vico
Acitillo 124
Poetry Wave
Francesco
Guccini
Bologna
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Bologna
è una vecchia signora coi fianchi un po' molli
col seno
sul piano padano ed il culo sui colli.
Bologna
arrogante e papale, Bologna la rossa e fetale
Bologna
la grassa e inumana, già un poco Romagna e in odor di Toscana.
Bologna
per me provinciale Parigi in minore,
mercati
all'aperto, bistrot, della "rive gauche" l'odore.
Con Sartre
che pontificava, Baudelaire tra l'assenzio cantava
ed io,
modenese volgare, a sudarmi un amore, fosse pure ancillare.
Però
che Bohème confortevole, giocata fra case e osterie
quando
a ogni bicchiere rimbalzano le filosofie.
Oh come
eravamo poetici, ma senza pudore o paura
e i vecchi
imberiaghi sembravano la letteratura.
Oh quant'eravam
tutti artistici, ma senza pudore o vergogna
cullati
fra i portici, cosce di mamma Bologna.
Bologna
è una donna emiliana, di zigomo forte
Bologna
capace d'amore, capace di morte.
Che sa
quel che conta e che vale, che sa dov'è il sugo del sale
che calcola
il giusto, la vita e che sa stare in piedi, per quanto colpita.
Bologna
è una ricca signora che fu contadina
benessere,
ville, gioielli e salame in vetrina
che sa
che l' odor di miseria da mandar giù è cosa seria
e vuole
sentirsi sicura con quello che ha addosso, perché sa la paura.
Lo sprechi
il tuo odor di benessere, però con lo strano binomio
dei morti
per sogni davanti al tuo Santo Petronio.
E i tuoi
bolognesi, se esistono, ci sono o oramai si son persi
confusi
e legati a migliaia di mondi diversi.
Oh quante
parole ti cantano, cullando i cliché della gente
cantando
canzoni che è come cantare di niente.
Bologna
è una strana signora, volgare e matrona
Bologna
bambina perbene, Bologna busona.
Bologna
ombelico di tutto, mi spingi a un singhiozzo e ad un rutto
rimorso
per quel che m'hai dato e quasi ricordo e in odor di passato.
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Otto
Anders