Vico Acitillo 124
Poetry Wave
 

Francesco Guccini
Venezia
 



Venezia che muore, Venezia appoggiata sul mare
la dolce ossessione degli ultimi suoi giorni tristi, Venezia la vende ai turisti
che cercano in mezzo alla gente l'Europa o l'oriente
che guardano alzarsi alla sera il fumo o la rabbia di Porto Marghera.
Stefania era bella, Stefania non stava mai male
ma è morta di parto gridando, in un letto sudato d'un grande ospedale
aveva vent'anni, un marito e l'anello nel dito
mi han detto confusi i parenti che quasi il respiro inciampava nei denti.
Venezia è un albergo, San Marco senz'altro anche il nome di una pizzeria
la gondola costa, la gondola è solo un bel giro di giostra.
Stefania d'estate giocava con me nelle vuote domeniche d'ozio
mia madre parlava, sua madre vendeva Venezia in negozio.
Venezia è anche un sogno, di quelli che puoi comperare
però non ti puoi ritrovare con l'acqua alla gola e un dolore a livello del mare
il Doge ha cambiato di casa e per mille finestre
c'è solo il vagito di un bimbo che è nato, c'è solo la sirena di Mestre.
Stefania affondando, Stefania ha lasciato qualcosa
Novella 2000 e una rosa sul suo comodino, Stefania ha lasciato un bambino
non so se ai parenti gli ha fatto davvero del male
vederla morire ammazzata, morire da sola in un grande ospedale.
Venezia è un imbroglio che riempie la testa soltanto di fatalità
del resto del mondo non sai più una sega, Venezia è la gente che se ne frega
Stefania è un bambino, comprare o smerciare Venezia sarà il suo destino
può darsi che un giorno saremo contenti di esserne solo lontani parenti.
La realizzazione informatica della rivista è curata da Dedalus srl

Per informazioni, si prega contattare:
Otto Anders