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Vico
Acitillo 124
Poetry Wave Francesco
Guccini
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Ma dove
quelle estati senza fine,
senza sapere
la parola nostalgia,
solo colore
verde di ramarri e bambine
e in bocca
lo schioccare secco di epifania,
ma dove
quelle stagioni smisurate
quando
ogni giorno figurava gli anni a venire
e dove
ogni autunno quando finiva l'estate
trovavi
la voglia precisa di ripartire.
Che ci farai
ora di questi giorni che canti
dei dubbi
quasi doverosi che ti sono sorti
dei momenti
svuotati, ombre pressanti
di noi
rimorti,
che ci
potrai fare di quelle energie finite,
di tutte
quelle frasi storiche da dopocena;
consumato
per sempre il tempo di sole e ferite,
basta vivere
appena,
basta vivere
appena.
Ed ora viviamo
in questa stagione di mezzo,
spaccata
e offesa da giorni agonizzanti e disperati,
lungo i
quali anche i migliori si danno un prezzo
e ti si
seccano attorno i vecchi amori sciagurati,
dove senza
più storia giriamo il mondo
ricercando
soltanto un momento sincero
col desiderio
inconscio di arrivare più in fondo
per essere
più vero.
Ma dove
sono andate quelle piogge d'aprile?
Io qui
le aspetto come uno schiaffo improvviso
come un
gesto, un urlo o un umore sottile
fino ad
esserne intriso,
io chiedo
che cadano ancora sul mio orizzonte
angusto
e avaro di queste voglie corsare,
per darmi
un'occasione ladra, un infinito, un
ponte,
per ricominciare.