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Vico
Acitillo 124
Poetry Wave
Francesco
Guccini
Farewell
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.. E sorridevi
e sapevi sorridere coi tuoi vent'anni portati così,
come si
porta un maglione sformato su un paio di jeans;
come si
sente la voglia di vivere che scoppia un giorno e non spieghi il perché:
un pensiero
cullato o un amore che è nato e non sai che cos'è.
Giorni
lunghi tra ieri e domani, giorni strani,
giorni
a chiedersi tutto cos'era, vedersi ogni sera;
ogni sera
passare su a prenderti con quel mio buffo montone orientale,
ogni sera
là, a passo di danza, salire le scale
e sentire
i tuoi passi che arrivano, il ticchettare del tuo buonumore,
quando
aprivi la porta il sorriso ogni volta mi entrava nel cuore.
Poi giù
al bar dove ci si ritrova, nostra alcova,
era tanto
potere parlarci, giocare a guardarci,
tra gli
amici che ridono e suonano attorno ai tavoli pieni di vino,
religione
del tirare tardi e aspettare mattino:
e una notte
lasciasti portarti via, solo la nebbia e noi due in sentinella,
la città
addormentata non era mai stata così tanto bella.
Era facile
vivere allora, ogni ora, chitarre e lampi di storie fugaci, di amori rapaci,
e ogni
notte inventarsi una fantasia da bravi figli dell'epoca nuova,
ogni notte
sembravi chiamare la vita a una prova.
Ma stupiti
e felici scoprimmo che era nato qualcosa più in fondo,
ci sembrava
d'avere trovato la chiave segreta del mondo.
Non fu
facile volersi bene, restare assieme
e pensare
d'avere un domani, restare lontani;
tutti e
due a immaginarsi: "con chi sarà?" In ogni cosa un pensiero costante,
un ricordo
lucente e durissimo come il diamante
e a ogni
passo lasciare portarci via da un'emozione non piena, non colta:
rivedersi
era come rinascere ancora una volta.
Ma ogni
storia la stessa illusione, sua conclusione,
e il peccato
fu creder speciale una storia normale.
Ora il
tempo ci usura e ci stritola in ogni giorno che passa correndo,
sembra
quasi che ironico scruti e ci guardi irridendo.
E davvero
non siamo più quegli eroi pronti assieme a affrontare ogni impresa;
siamo come
due foglie aggrappate su un ramo in attesa.
"The Triangle
tingles"... farewell, non pensarci e perdonami
se ti ho
portato via un poco d'estate con qualcosa di fragile come le storie passate.
Forse un
tempo poteva commuoverti ma ora è inutile credo, perché
ogni volta
che piangi e che ridi non piangi e non ridi con me.
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Otto
Anders