VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo



Sans passion il n'y a pas d'art

Calamus
Poesie dei giorni pari
 
30 aprile 2000



Antonio Spagnuolo
Scherzo numero quattro

 
Ecco un’analisi
non troppo amena
ma di gran scrupolo
e assai serena.

Sempre in bottega a fondere
fra componenti alogeni,
cercando di confondere
scomposto il corpo vile,
che ancora porto appresso,
evaporo il metile.
Spostando un acca due
giocando un alcolato
al posto del carbonio
ho messo un difosfato:
senza più compromesso,
sono riuscito a rendere
il succo del peccato,
originale un tempo
futile al giorno d’oggi,
che illumina la mente
tra cento o mille sfoggi.
Per attutir lo spasimo
della viltà idolatra
non basta essere artista
occorre lo psichiatra,
volendo far comprendere
che tutto il mondo al fine
riesce ormai a pretendere
un sesso sopraffine.

La donna misteriosa
e al tempo sensuale
non tutto concedeva
in via preferenziale;
le carni appassionata
fra  coltri e una cambiale
oggi senza sospetto
le labbra ed un  pugnale
in un moderno aspetto
ti cambia il cellulosio
in seta artificiale…

Quell’uomo di carriera,
a lungo fortunato
va per il mondo a prendere
l’arcano  avvinazzato
senza pensar che in fine
freschi e vermigli  gli acidi
sciolgon le proteine
dei suoi composti organici.

Stimando allora in sintesi
il costo delle ceneri
si giunge a dei  recuperi
di  certo poco teneri.

Fra tutte l’ossa io vedo
che c’è tanta calcina
da pitturare al massimo
il muro di cucina ,
e ancora con il fosforo
di tutti li cervelli
al più io mi concedo
duecento zolfanelli,
pensate poi del ferro
che  tra le emàzie gira
un solo chiodo cedesi
al massimo di spira.
Invece i grassi abbondano
per  chi non ha moneta
e per chi mangia a iosa
la pappa più completa,
la cosa non è strana
sapendo che per tutti
colesterolo e simili
ci vogliono distrutti.
L’analisi distilla
anche dal corpo misero
ettolitri di acqua
che pure io commisero.

In ultimo sorpresa:
la massa dei bottoni
che in tutti noi si celebra
oltre le previsioni,
ne ottieni un tale numero
che un dubbio poi ci assale
fossimo fatti apposta
di pasta comiziale?

Qui tocca ricordare
con tanta simpatia
la storica “livella”
de la democrazia:
ricco, pezzente o nobile,
filosofo o ignorante:
tutto finisce immobile
senza discriminante. 


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