Bertolt,
anche la ballata, blues
jazz e
rock per ogni disperato
ha perso
i suoi danzatori, il canto
delle piantagioni
del cielo s'è spento
e fotone
fossile muove ai confini dove
l'aritmia
caosmica è nucleare fornace.
Per
decreto di pulizia etnica
il debito
infinito delle pene sofferte
è
stato decapitato per sommaria esecuzione
dei
masnadieri
al grido postmoderno.
Nel tempo
delle ricchezze immateriali
anche
l'azione
della parola sovversiva
è
un capo d'accusa che si sconta come furto
e carico
d'impegno senza delega abolito.
Minerale
il silenzio viva corrente
sborda
nei galeoni spaziali il debito
capitale
del decesso delle ideologie
e gli
avventurieri
che nutriamo d'obbligo
in fuga
all'universo affidano la dimenticanza.
A chi il
castigo dei delitti consacrati
Bertolt,
se gli aironi incolpevoli colpevoli
non aleggiano
più sulle rovine alla deriva
e l'anima
si spegne anche del tizzone?
Chi paga,
Bertolt, la strage degli Abeli
nelle guerre
della pace che non si vuole
dei barboni
fra le discariche radioattive
la fame
di stelle senza più memoria
se fotonico
il vento per diktat dilegua
il loro
lamento di rugiade luminose sospese
in viaggio
per una dimora degli eguali?
Per i conti
che non tornano e nessuno paga
Brecht,
per l'asta fallimentare del tribunale
popolare
e medievale gogna di modale look
per dio
allora
l'ebbrezza ubriaca della poesia inutile
e ancora
la guerriglia dei sentieri luminosi
i suoni
stonati delle tue ballate dissacranti!