oh, la
luna è ancora nelle mie mani
ma io non
so cosa farmene degli occhi
se non
possono guardarti
certo,
la situazione mi rende un po’ nervoso
ma ho saldato
tutti i conti, diciamo così,
e non ho
più fretta di esistere
anche di
chiedermi che giorno è oggi non c’è urgenza
e cosa
mangerò a pranzo e cosa a cena
e poi si
soffre
si soffre
da eroi o da cani
con i pantaloni
sbottonati o con i capelli fuori posto
scrivendo
poesie o friggendo baccalà
e non è
facile per me dimenticare che fino ad ieri
ho navigato
nel mondo e nel tuo cuore
senza mai
dirti: perdonami, Beatrice, perdonami
bene, lo
ammetto, mi hai insegnato la solitudine
e a fare
a meno di una tristezza che non mi apparteneva
poi fra
le tue gambe ho sentito un giorno che la bellezza
non è
fatta per chi non sa piangere
ma ho continuato
a credere
che ti
interessasse sapere quale lingua si parla
sull’altra
faccia della luna
o se il
canto d’amore delle balene è simile alle api
altre cose
ho credute
che la
vita fosse un’occupazione seria, per esempio,
e che non
fumare faccia bene ai polmoni
e ciò
è in gran parte vero ma non del tutto
come la
faccenda del bicchiere metà vuoto e metà pieno
che somiglia
tanto a quel centro delle cose
dove ci
siamo smarriti
ora che
i peschi sono di nuovo in fiore
e tutti
mi dicono ma dove stai andando
da nessuna
parte tu stai andando
e dentro
mi porto questo dolore e certezza di amarti
e stare
qui ad aspettarti per tutte le volte che i peschi
saranno
ancora in fiore e ancora
sarai per
me regina
una piccola
intermittenza di questo piccolo cuore
che può
esistere o essere un messaggero
nell’ordine
feroce delle cose
dove ci
siamo smarriti
amore mio
che sei dovunque e non sei mai
e vivo
per te
senza il
ricordo di ciò che meriti o non meriti
guarda
cosa hanno fatto queste mie mani
guarda
i miei occhi non sanno più pregare
e questa
è la voce di uno che scantona
questo
è il mio sacro lavoro
in questo
mondo che è cambiato, mia regina,
né
più ha bisogno di noi
ora che
sei sola
e adesso
sì che sei davvero sola
mentre
seppellisco la rabbia nella tenerezza
e mi rinfaccio
un talento che è un insulto
e guardo
i peschi di nuovo in fiore
ed è
notte e luna di primavera
e tempo
di fare tutto ciò che tu mi chiedi
e ho paura
di chiederti
vieni a
dormire nel mio cuore
e sul mio
cuore svegliati
mia amata
mio inutile ingiusto amore
sbrigati
col tuo destino
fammi uomo
doma con
un bacio quest’anima superba
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