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                  Già
tu ben sai quanta dolcezza agli occhi
                  
                  con faticoso
parto del pensiero
                  
                  il piacer
che divelli nei ritocchi
                  
                  è
tutto quel che dai,  non sembra vero:
                  
                  un leggiadro
venir fra le mie braccia
                  
                  aspro e
severo il mal costume spinge
                  
                  questo
è il desio che spesso  si rintraccia
                  
                  fra coscia
e coscia e molto ti sospinge.
                  
                  La beltà 
del tuo petto, dolce l’anca,
                  
                  il velo
che ipocrita ti copre,
                  
                  il ventre
bianco, la spalle che raffrema,
                  
                  la ragion
che sviata infiamma i sensi,
                  
                  qual ninfa
scapricciata, e ti consiglia
                  
                  in me sì
forte premer senza sosta:
                  
                  talor si
smuove in mar un’onda e giace
                  
                  dalla nuda
corteccia degli affanni,
                  
                  e notte
e giorno  sbigottisce e piace
                  
                  più
non sentirsi perder le reliquie.
                  
                  La vanità
del mondo e delle cose,
                  
                  il casto
e solitario amor ci attende,
                  
                  strombettando
bugiardi e spudorati
                  
                  che siam
felici fra questa sozze bende…
                  
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