VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo




Sans passion il n'y a pas d'art

Calamus
Ianus

A cura di Giuliana Lucchini


Paul Muldoon
a cura di Erminia Passannanti

 
Salvador
Incontrando i britannici
Cuba
Nota critica
Nota biografica
Bibliography


Salvador

Quest’aragosta non è in effetti un’aragosta, ma
il telefono che squilló per Neville Chamberlain:
s’abbatté da un ramo spoglio
giú nel piatto dove i resti di un pasto
includono un’istantanea di Hitler
e alcuni fagioli bolliti avanzati
da Costruzione molle: presentimento 
di Guerra Civile. Quando Breton
mi trascinó davanti alla sua Corte,
citai il Manifesto; bisogna tralasciare
considerazioni estetiche e morali
per mantenere integre le nostre immagini oniriche.
E se nei miei sogni, Hitler fosse un masochista
che solleva il pugno
unicamente per essere schiacciato?
Potrei avere sognato di fottere André Breton…
Con queste parole si prese gioco del mio Enigma di Guglielmo Tell
E proprio lí, ora faccio inginocchiare Lenin
con una massiccia natica allungata
e la visiera estesa
del suo berretto sorretta da due bastoni a forcella.
Adesso vedo una bistecca cruda di manzo
sulla testa di mio figlio. Mio padre canta una nenia. Sommessamente.
E’ questo che va riferito, per quanto obliquamente,
questo ció che si deve riferire? Nell’ottobre del 1934
lasciai Barcellona dall’uscita posteriore
con un portfolio di opere
per il mio assolo a New York.
Una notte stellata, l’abbaiare dei cani,
il tassista anarchico che portava con sé due bandiere,
una spagnola, l’altra catalana. Da che parte stavo?
Né da una, né da entrambe, né da nessuna.
Io che m’ero inginocchiato con Lenin alla Corte di Breton
e che avevo giurato obbedienza al proletariato,
che avevo visto il baratro
tra me e il surrealismo aprirsi
come una crepa in una mattonella,
in Costruzione Molle dipinsi uno gnomo gigante
quei suoi arti bizzarri.
Tra le sue statue spezzate di Valladolid
ce n’è una il cui piede è ancora saldato
a un basamento di granito
da cui, come noi, trae la sua forza.
Con questo, e con pochi fagioli bolliti,
non si puó banchettare da ghiottoni
sulle carcasse di Caino e Abele
senza che qualche malinconico vegetale
non ci riporti alla terra, al salottino,
al mattatoio.
Le nostre guerre civili, gli imperi andati in briciole,
le notti stellate, infinite,
tenute al sicuro sotto le cinture,
hanno solo lievemente mofificato l’inclinazione
della foglia d’acanto,
quella sua punta di porpora-e-alabastro fine a se stessa.

Incontrando i britannici

Incontrammo i britannici in pieno inverno.
Il cielo era lavanda,
azzurrolavanda, la neve.
Riuscivo a percepire nel sottofondo
il confluire di due ruscelli
(entrambi sotto uno strato di ghiaccio)
e, non meno insospettato, me stesso
che chiamavo in francese, gridando
da un capo all’altro della radura
nel bosco. Né il generale Jeffrey Amherst,
né tantomeno il colonnello Henry Bouquet
riuscivano a ingoiare il nostro tabacco
di salice. Per quanto riguarda lo strano odore
che si effondeva dal fazzoletto allorquando
i colonnelló lo spiegó: C’est la lavande…
une fleur mauve comme le ciel.
Ci regalarono 6 ami da pesca
e due coperte ricamate di vaiolo.

Cuba

Quella mattina mia sorella maggiore

rincasó nel suo vestito da sera
di mussola bianca: ‘Chi diavolo
credi di essere per andartene in giro
per le discoteche mezza nuda? Come se non avessimo
abbastanza problemi con questo mondo in guerra, se non addirittura
prossimo alla fine!’ , gridava mio padre, picchiando i pugni sul tavolo.

‘Questi benedetti americani, pericolosi, come sempre –

avessi sentito Patton ad Armagh! –
Ma sai quel Kennedy…è mezzo irlandese,
quindi non puó essere molto meglio di noi, no?
Ma non ha che da dire una parola…
e se hai qualcosa sulla coscienza,
ti conviene andare a riconciliarti con Dio!’

Riuscivo a sentire May da dietro le tendine che diceva:

‘Benedicimi Padre perché ho peccato… ho detto
una bugia, ho disobbedito, un giorno…
e, Padre, una volta…un ragazzo…mi ha toccata.’

‘Dimmi, figliola: questa toccata è stata “impura”?

Ti ha toccato, ad esempio, i seni?’
‘Me li ha toccati, si, Padre, ma con delicatezza.’

Traduzione: Erminia Passannanti

[le poesie qui pubblicate sono tratte dall’antologia di poesia britannica contemporanea Gli uomini sono una beffa degli angeli, Ripostes 1993. Traduzione e cura di Erminia Passannanti, con una co-prefazione di Blake Morrison. All rights reserved.]


Nota critica

Come è consuetudine nello stile surrealista di Paul Muldoon, anche in queste tre poesie, ‘Salvador’, ‘Incontrando i Britannici’ e ‘Cuba’, l’autore affronta obliquamente la guerra civile e gli assassini settari nelle conte nord-irlandesi dell’Ulster britannico.

Sul piano dell’espressivitá verbale, la scelta del linguaggio, che non di rado assume toni ludici, mette in luce una tendenza al plurilinguismo, confermandosi il tipo di poesia-citazione che Muldoon ha assunto dagli esempi di Eliot e Pound, ma che ha ulteriormente elaborato in direzione postmoderna, assumendo i suoi materiali da un extratesto ben piú eterogeneo, in un ‘altrove’ che disattende ogni aspettativa di asservimento dell’artista alla causa nazionale, per quanto dolorosa e problematica come la guerra civile nell’Ulster.


Nota biografica

Paul Muldoon è nato a Portadown, nella contea di Armagh, Irlanda del Nord, nel 1951. I suoi insegnanti lo iniziarono alla lingua e alla musica irlandesi, alla poesia di T. S. Eliot e alla letteratura moderna. Nel 1969, inizió gli studi universitari a Belfast, entrando in contatto con Seamus Heaney, che era stato in passato suo tutor. Frequentó work-shop di poesia con Michael Longley, il critico Michael Allen ed altri scrittori nord-irnadesi. Fra i suoi collegahi-allievi, la poetessa Medbh McGuckian e Ciaran Carson. Nel 1973, mentre era ancora all'università, fu pubblicato il suo primo volume di poesie con Faber & da Faber. Lo stesso anno otteneva la laurea in letteratura inglese e iniziava a collaborare con la BBC di Belfast come produttore radio-televisivo. Dopo la morte del padre nel 1985, rinunció a questo lavoro e si trasferí negli Stati Uniti. Vive, tuttora, in America, a Howard, con la moglie, la scrittrice Jean Hanff Korelitz e i loro due figli. Paul Muldoon ha ricevuto il Sir Geoffrey Faber Memorial Award nel 1991, il T. S. Eliot Award per gli annali del Cile nel 1994, l’American Academy of Arts and Letters Award in Literature nel  1996. È presidente della Poetry Society. Dal maggio 1999, è ‘Professor of Poetry’ all’universitá di Oxford, succedendo a Seamus Heaney e James Fenton e, come è tradizione, manterrá l’incarico per 5 anni. 


Bibliography

1971 Knowing my Place, Ulsterman Publications

1973 New Weather, Faber & Faber
1975 Spirit of Dawn, Ulsterman Publications
1977 Mules, Faber & Faber
1978 Names and addresses, Ulsterman Publications
1980 Why Brownlee Left, Faber & Faber
1982 Out of Siberia,Gallery Press (Dublin)
1983 Quoof, Faber & Faber
1986 Faber Book of Contemporary Poetry (editor), Faber & Faber
1987 Meeting the British, Faber & Faber


Home