VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio e And
rea Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art

Per Emilio

Quadri


   

1. Per l'amico Emilio (Raffaele Piazza)
2. Emilio Piccolo "Poetry Wave" (Giuliana Lucchini)
3. In memoria di Emilio Piccolo (Erminia Passananti)
4. Lo vidi entrare (Francesca Lo Bue) - (Lo vì entrar)
5. ... (Luigi Durazzo)

1. Per l'amico Emilio (Raffaele Piazza)

Mi hai  telefonato due mesi fa,
ti ho augurato la guarigione,
nelle tue parole ancora i salici
dell’ironia (ti ho detto che ho
profetizzata il matrimonio a un
mio amico e tu hai risposto.
hai fatt’ sto guaio).
Un’ altra volta mi hai
detto piens’a’ salute, e la salute
ti ha lasciato.

Caro Emilio,  la salute è
la .prima cosa: meglio essere
un mendicante rumeno in
salute con moglie e figli,
che Giovannino Agnelli,
Steve Jobs, Ayrton Senna,
l’ex marito di Carolina di
Monaco Casiraghi o Johm. Johm
Kennedy

Amico Emilio, ti ho incontrato
domenica scorsa al bar e abbiamo
bevuto un caffè: eri lieto
che noi continuiamo Poetry Wave,
poi si è sfioccata una nuvola
grandiosa e ti ho detto che Manuela,
mi ha rivelato che sei un bravissimo
professore. Hai sorriso, Emilio,
e hai citato Orazio: carpe diem!!!
E Senecio continua e tutto va
avanti e tu ci osservi con un telescopio
dove tu sei.

Amico Emilio ora fa fresco
e il tuo dono continua nelle tasche,

uscire allo scoperto e fare il poeta.

 

 

2. Emilio Piccolo "Poetry Wave" (Giuliana Lucchini)

Oh destino crudele!
che nel sedurci alla bellezza
dei corpi, togli oggi la gioia di vita
che solo ieri rivelasti
(parafrasi da Luis Cernuda)


Onda di poesia l'ora t'ha preso
e t’ha portato via nel vasto mare
dove tutte le musiche si suonano
da sole, le onde prime – dove è gioco
cantare insieme le parole rare.

Sono rimaste a riva le tue schede
di memoria,  gli affreschi
della meraviglia che ti ha fatto
inscrivere la sabbia, mentre finivi
di assaporare la mela.

Il tuo morso è rimasto sulla mela,
morso di bocca in cerca di baci.
Quello che è tutto è diventato niente,
si è sciolto in acqua il succo del tuo sale.
E fu di Luglio, culla del Cancro nel morente mese.

Addio, Emilio - a Dio con il tuo Steve Jobs :
come un angelo piovuto dal cielo
hai dato un colpo d’ala per risalire.
Si è fermata una piccola farfalla
sulla parete in luce a dire addio.

Ci ascolteremo ancora nell’origine,

prima che la parola ci conduca
prima del luogo prima della cosa,
sarai stato l’interprete di un sogno,
sovrano di poesia, tutte le voci al séguito.

(Eri già solo quando ci hai lasciato).

Ci fu in chi ti leggeva una ferita,
un suono della fine, preveggente?,
quando non poté finire di incidere
voce alta della tua bella poesia 
sopra quella musica struggente ..

1° agosto 2012 (alla notizia data da suo figlio – sera)

 

3. In memoria di Emilio Piccolo (Erminia Passananti)

fu così che per radure e marcite
venne la fine del mio tempo scarso
 
mai eternità fu più breve
e arsa, mai realtà
        più priva di lusinghe
 
s’oscurava di poi
ogni orizzonte al passo
 
condotta ero per mano
verso un pensiero nullo
 
solitaria percezione di  un fallo
         senza più continuum
 
perfino fu annerito
quest’azzurro
 
luminoso per l’anima
nella sua confusa 
finitudine.

 

4. Lo vidi entrare (Francesca Lo Bue)

Lo vidi entrare
timidamente,
aspettava una speranza
perchè il suo cuore era  intirizzito,
più buio dei ricoveri della notte cieca.
Ma il grido illuminò il cielo scuro del tugurio bisbigliante,           
un grido di voci rosse…
Sapeva di cammini larghi,
come i sentieri del pane nel bosco intricato,
sapeva di dimore bianche e quiete
e d’orizzonti di montagne forti… 

Lo vì entrar

Lo vì entrar
tìmidamente
esperaba una esperanza,
porque el corazòn estaba yerto
màs oscuros que los recovecos de la noche ciega.
Pero el grito iluminò el cielo oscuro de la covacha bisbiseante,
un grito de voces  rojas
Sabìa de caminos largos
—como los senderos de pan del bosque enmaranado.
Sabìa de moradas quietas, blancas
y de horizontes de montañas fuertes.

 

5. ... (Luigi Durazzo)

Soltanto adesso apprendo che hai lasciato
ora non devi più soffrire amico caro
non devi più morire
ricordo le scale che salivi con fatica
le tirate a discutere malgrado l'affanno
su ciò che resta
della scrittura senza compromessi
di quanti un tempo hanno remato contro e son spariti
senza morire
senza lasciare un segno
sebbene non si perda mai del tutto
il fiore della primavera in questo lungo inverno

e ancora la poesia ci tiene uniti
malgrado la distanza inesplicabile
con quel leggero soffio di mancanza
che restituisce la parola
al vuoto ed al silenzio della condizione umana.

 



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