1.
                      Il Silenzio (Edgar Lee Master) 
                  2.
Wish you were here (Pink Floyd)
                  3.
 Ultima lettera al figlio (Nazim Hikmet) 
                    
                  1. Il silenzio (Edgar Lee Master) 
                              
Ho conosciuto il silenzio delle stelle e del mare
e il silenzio della città quando si placa
e il silenzio di un uomo e di una vergine
e il silenzio con cui soltanto la musica trova linguaggio
il silenzio dei boschi
prima che sorga il vento di primavera
e il silenzio dei malati quando girano gli occhi per la stanza
e chiedo per le cose profonde a che serve il linguaggio
un animale nei campi geme uno o due volte
quando la morte coglie i suoi piccoli
noi siamo senza voce di fronte alla realtà
noi non sappiamo parlare
un ragazzo curioso domanda a un vecchio soldato
seduto davanti alla drogheria
dove hai perduto la
gamba?
e il vecchio soldato è colpito di silenzio e poi gli dice
me l'ha mangiata un
orso
e il ragazzo stupisce
mentre il vecchio soldato muto rivive come un sogno
le vampe dei fucili
il tuono del cannone
le grida dei colpiti a morte
e se stesso disteso al suolo
i chirurghi dell'ospedale
i ferri
i lunghi giorni di letto
ma se sapesse descrivere ogni cosa
sarebbe un artista
ma se fosse un artista
vi sarebbero più profonde ferite che non saprebbe descrivere
c'è il silenzio di un grande odio
e il silenzio di un grande amore
e il silenzio di una profonda pace dell'anima
c'è il silenzio degli dei che si capiscono senza linguaggio
c'è il silenzio della sconfitta
e il silenzio di coloro che sono ingiustamente puniti
e il silenzio del morente la cui mano stringe subitamente la vostra
c'è il silenzio che interviene tra il marito e la moglie
c'è il silenzio dei falliti
il vasto silenzio che copre le nazioni disfatte e i condottieri vinti
c'è il silenzio di Lincoln che pensa alla povertà della sua
giovinezza
e il silenzio di Napoleone dopo Waterloo
e il silenzio di Giovanna d'Arco
che dice fra le fiamme gesù
benedetto
e c'è il silenzio dei morti
se noi che siamo vivi non sappiamo parlare di profonde esperienze
perché vi stupite che i morti non vi parlino della morte?
il loro silenzio avrà spiegazioni quando li avremo raggiunti
                   
                   
                  2.
                    Wish you were here (Pink Floyd) 
                  So, so you think you can tell Heaven from Hell, 
                    blue skies from pain. 
                    Can you tell a green field from a cold steel rail? 
A smile from a veil? 
                    Do you think you can tell? 
                  And did they get you trade your heroes for ghosts? 
                    Hot ashes for trees?
Hot air for a cool breeze? 
                    Cold comfort for change? 
And did you exchange 
                    a walk on part in the war 
for a lead role in a cage? 
                  How I wish, how I wish you were here. 
                    We're just two lost souls swimming in a fish bowl, 
                    year after year, 
                    running over the same old ground.
 What have we found? 
                    The same old fears, 
                    wish you were here. 
                  Vorrei fossi qui (Pink Floyd, traduzione a cura di Andrea Piccolo) 
                  Così, così credi di saper distinguere il Paradiso dall'Inferno,
                    cieli blu dal dolore.
                    Sei capace di distinguere un prato verde da una fredda
                  rotaia d'acciaio?
                  Un sorriso da un velo?
                  Pensi di saperli distinguere?
                  E ti hanno portato a barattare i tuoi eroi con dei fatasmi?
                    Ceneri calde con alberi?
                      
                      Aria calda con fresca brezza?
                      Un freddo benessere con il cambiamento?
                      E
                  hai scambiato un ruolo di comparsa in una guerra
                  per un ruolo da leader in una gabbia?
                  
                  Come vorrei, come vorrei che tu fossi qui.
                  Noi siamo solo due anime che nuotano in una palla per  pesci,
                  anno dopo anno,
                  correndo sopra lo stesso vecchio suolo.
                  Cosa abbiamo trovato?
                  Le stesse vecchie lacrime,
                  vorrei fossi qui.
                  
                   
                    
                  3.
                    Lettera al figlio (Nazim Hikmet) 
                  Da una parte
                    gli aguzzini
                    ci separano come un muro
                    dall’altra
                    questo cuore sciagurato
                    che mi ha fatto un brutto scherzo
                    mio piccolo Mehmet
                    forse il destino
                    non mi concederà di rivederti.
                    Sarai già un ragazzo
                    biondo, snello, alto di statura
                    tale e quale una spiga di grano
                    come una volta lo sono stato anch’io;
                    i tuoi occhi infiniti, come quelli di tua madre
                    quello strascico amaro di tristezza
                    che alle volte li assale,
                    quella tua fronte chiara e senza fine
                    e quella bella voce
                    -in confronto la mia era davvero atroce-
                    Le canzoni che intonerai
                    spezzeranno i cuori,
                    sarai anche un brillante oratore
                    -in questo me la cavavo anch’io
                    quando ancora la gente non mi irritava i nervi-
                    dalle tue labbra colerà copioso tanto miele.
                    Ah, mio piccolo Mehmet
                    quanti cuori ruberai!
                    E’ difficile allevare un figlio senza padre
                    non rendere più duro il compito a tua madre
                    io di gioia non gliene ho potuta dare
                    dagliene tu per me, ti prego.
                    Tua madre
                    forte come la seta
                    tua madre
                    che sarà bella anche all’età delle nonne
                    come il primo giorno in cui la vidi
                    quando aveva diciassette anni
                    sulla riva del Bosforo…..
                    Non ho paura di morire, figlio mio;
                    però malgrado tutto
                    a volte quando lavoro
                    trasalisco di colpo
                    oppure nella solitudine del dormiveglia
                    contare i giorni è difficile
                    non ci si può saziare del mondo
                    Mehmet
                    non ci si può saziare.
                    Non vivere su questa terra
                    come un inquilino
                    oppure come un turista
                    nella natura
                    vivi in questo mondo
                    come se fosse la casa di tuo padre
                    credi al grano al mare alla terra
                    ma soprattutto all’uomo.
                    Senti la tristezza
                    del ramo che si secca
                    del pianeta che soffre
                    dell’animale infermo
                    ma senti innanzitutto
                    la tristezza dell’uomo.
                    Che tutti i beni terrestri
                    ti diano gioia
                    che ti dia gioia l’ombra
                    e anche il chiaro di luna
                    che le quattro stagioni
                    ti diano gioia
                    ma che soprattutto la gioia dell’uomo
                    ti dia gioia.
                    E’ un bel paese, la Turchia
                    tra tutti i paesi della terra
                    i suoi uomini
                    sono di buona lega
                    sono lavoratori
                    pensosi e risoluti
                    e atrocemente miserabili.
                    Si è sofferto
                    e si soffre ancora
                    ma il futuro sarà senz’altro luminoso.
                    Lo costruirai tu stesso
                    insieme al nostro popolo
                    lo vedrai coi tuoi occhi
                    riuscirai a carezzarlo con le mani.
                    Mehmet, forse morirò
                    lontano dalla mia lingua
                    dalle mie canzoni
                    lontano dal mio sale e dal mio pane
                    con la nostalgia di tua madre e di te
                    del mio popolo e dei miei compagni
                    ma non in esilio
                    non in terra straniera
                    morirò nel paese dei miei sogni
                    nella bianca città dei miei giorni più belli.
                    Me ne vado
                    ma sono calmo
                    la vita che si disperde in me
                    si ritroverà in te
                    per lungo tempo
                    e nel mio popolo per sempre.