VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Maria Natalina Trivisano

   
E LA CHIAMAVANO INDECENZA
A FUOCO
GIOCATO A DADI
RICERCA
DESIDERIO
ORMEGGIO
ASSOLO
«...MORSICAVA LE LABBRA»
BARATTO
NON ASPETTATELI PER CENA!
UNA NOTTE BUIA
DALLA FRONTIERA
LA DONNA DEL POETA
LA SAGGEZZA DELLE DONNE
CAMPODIMELE
A S.
HO UN SOGNO IN GOLA
DIALOGO DI UNA ZOLLA DI TERRA MARTINESE


E LA CHIAMAVANO INDECENZA

Agli occhi degli altri
parve un’arcana indecenza
la mia ribelle resistenza
la tatuata irrequietezza
della mia pelle:
follia,
sì maliarda follia!

Scandalosa
la mia incompiutezza
perigliosa
se sa squarciare
la secchezza del tuo cuore.

A fuoco
lettere   volti:
dimenticare il mare
il piccolo grande mare
dei suoi occhi neri.

L’amore
non aspetta
baci   carezze
   parole:
si incespica
si arrampica
buca il cielo
fa il solletico a Dio...

Non temere:
avremo
ancora pane.

GIOCATO A DADI
SOL CHI NON LASCIA EREDITA’ D’AFFETTI
POCA GIOIA HA DELL’URNA.
Ugo Foscolo
 

giocato a dadi
il thesaurus della storia
non trovo parole
- anche una sillaba scucita
  o virgola claudicante
  potrebbero consolare
  ettari   ettari
  di sassosa latitanza

sposto   bottiglie
vuote     mezze piene
all’improvviso
guardo negli occhi
la Morte:
voglio solo Amore
fedele imperituro
       dardo!

Ora
Albatros
inseguo costellazioni arcane.
Lungo il cammino
diademi
scontrini di cielo
vi lascio.

RICERCA

Non cercare sulla mia pelle la tua mano.
Non cercare nei miei cassetti la tua pistola.
Non cercare nelle mie praterie l’albero del bene e del male.

Luci di varietà
confondono il cammino.
Vicino  lontano
canti di guerra
ritmano le tue ore.

Infilati nella ferita
- infinita -
fino all’ultima goccia di sangue
fino al cuore della terra
fino a rotolare nel limo della Passione

DESIDERIO

Desiderio
Desiderio improvviso,
guizzo sanguigno
delle stanche mie membra
racconta
racconta il tuo
“Verrà un giorno...”

Ascolta.
Io sogno
io voglio
un giorno conoscere
il mondo   gli umani
    le storie
con le labbra:
udire così
non più
urla   clacson
    proclami
soltanto
l’eterno suono
di mille e mille
    baci!
 

ORMEGGIO

dolce è l’ormeggio
se il tuo sguardo sulla spiaggia
non mi abbandona

O Itaca, Itaca
isola senza marea
iato dei miei giorni
raminga come tutti i tuoi figli

letto nell’ombra
letto nell’ansia
 

ASSOLO

Hai fame
di occhi, di carezze
- la rabbia
  ti colora di rosso
  i capelli
  stasera -
carni lacere
ceneri al vento
semini
- se non mordessi
  tanto sempre
  un lembo di vita
  potrebbe coprire
  la tua severa
  nudità -

Sotto i tuoi piedi
un deserto di croci
sopra la tua testa
prodromi di ataviche tempeste

Quotidiano
è il tuo mito:
tempio al sogno
alla scommessa
barata all’aprir del sipario
- se solo ascoltassi
  il dictare
  della tua anima...

«...MORSICAVA LE LABBRA»

Mia nonna
bigia
il viso di un bianco consumato
- bocciol di rosa
  mi chiamavano
  mentre morivano
  divorati
  dall’odio   dalla fame -
al sorgere del sole
stringeva i denti
morsicava le labbra.

Il vento
non le dava requie
- il suo sguardo
  mi aveva rapita.
  Fu subito sì.
  Da allora
  attesi
  il suo treno
  la notte che lava le colpe
  il pane di un sanguigno sudore
  attesi
  nel dolore lacerante
  di un vuoto aprile
  un segno
  attesi.

Sottovoce
gomitoli di volti
corone di rosari
sgranava
se un raggio di sole
le morsicava le labbra...
 

BARATTO

di cannella e vaniglia
le tue braccia nelle mie
- caldi talismani
      spade -
contro la noia
mediocre sicaria
di thànathos ilare.

Il dolore
sa fare ritorno:
labbra infuocate tempera
vena
neri capelli.

Principia
il Tempo
se lo spirito del Tango
rapsodie di passioni
- mai udite in passato -
col cielo
sa barattare:
una lacrima ascosa
parola innamorata
bagna
la città assolata.

NON ASPETTATELI PER CENA!

I poeti
si incrociano
si annusano
e si perdono di vista.

Qualcuno racconta
di averli visti ballare un fox-trot
sotto il sole lungo la battigia
insieme ai delfini
        alle sirene.

Talvolta l’innocenza
cancella loro
una ruga
- intorno agli occhi
  reticoli di autostrade
  chissà dove portano
        chissà!

L’allegria
li rende muti
scalzi   leggeri
come tanti pezzettini di carta.

Direttori d’orchestra
(o di tempeste!)
nascondono dietro la marsina
polifonie di vite
da riscattare
cento mille voci
da risuonare.

Gatti randagi
sui tetti della notte
fanno le fusa alla luna:
feriti
si aggrappano
a un raggio di luce.
A casa
non faranno più ritorno
 

UNA NOTTE BUIA

Una traccia di rossetto
 sullo specchio
dove un attimo prima
aveva attaccato
 sogni e bugie.

Una luce
che costringeva a non vedere
- solo le ombre
               vivono.

Un gran putiferio
di polveri commiste
 a stracci fin de siècle
 a brandi di parole
aleggiava
         fuori.

Era
come allora
- le bombe, il silenzio
  il caldo dei corpi
  le urla delle madri
  la guerra
  mio padre appeso al ciliegio...-
tutto
come allora.

Chiudeva la finestra
sorseggiava una musica
tagliente   l’anima
annegava in una libidinosa sigaretta:
il rito
       era compiuto.
AMEN
 

DALLA FRONTIERA

Pioggia di ceneri sui miei fogli
scapigliati dal vento dell’est
- Ho in testa le bombe
  nel grembo un figlio innocente
  FERMATE LA GUERRA, FERMATELA!!

L’urlo si espande:
ammazza il silenzio dei corpi caduti
impone la fuga
- Chiudi la finestra
  tanto il tetto non c’è.
 

LA DONNA DEL POETA

La donna del poeta
aveva un’anima
grande quanto una pagina:
lui solo lo sapeva
lui solo la capiva.

Negli occhi
la sagoma
di una morte bambina
- quella che vive nel limbo
  di ogni città...
lui solo la vedeva
lui solo l’ascoltava

E’ tutto
troppo caro! -
ripeteva
ad ogni fermata del metrò:
lui solo la sfiorava
lui solo...
dalle cosce
le sfilava
          una poesia.
 

LA SAGGEZZA DELLE DONNE

La saggezza delle donne
è incommensurabile:
vola.

Non sai in quali volti si incarna
in quale Tempio riposa:
appartiene al cuore della Terra
dove si giocano i destini
dei fiumi dei mari
dove si sognano nuovi alberi...
 

CAMPODIMELE
(Inno al girotondo)

Raccolgo a piene mani
origami
di storie rugose
di piedi calpestati
del tempo roccioso
 - quello stride
 sulla pelle innocente
 dei bambini che avrai
 dei bambini che non avrai

Il tuo pane profumato
incontra
ferisce
la vendetta
 - ultimo graffito
  di un annoso paradosso

Pugni d’acqua
stringiamo tra le mani
se con ardore  con fuoco
abbarbicati alle tue case
non intrecciamo le dita
insieme:
un girotondo
sì un girotondo,
e per una volta
non caschi il mondo!
 

A S.

Lascia
il tumulto delle insidie.
La scia dell’upupa stanotte
ha bucato i sogni.

Irrefrenabili i tuoi capricci
dei dardi d’amore la punta
acuminata sul mio collo caldo.
Ahi!

Stilla ancora
una parola ancora
oggi, finalmente, sapida...
E’ sangue.
 

HO UN SOGNO IN GOLA

Sono avida
di gesti soavi
delle carezze della tua presenza
di te

Articolo
piccoli vagiti
di un io
salvato alla deportazione
ai lager
di una notte
infinita notte

Toccami il collo:
ho un sogno
in gola

Preparo
bottoni colorati
per giochi nuovi
per tailleur dei giorni a venire

Uno sguardo fugace
squarcia il cielo...
 - non guardarmi così
mi scolpisci
nell’attimo vivo dei tuoi occhi
e dopo...
salirò montagne di narcisi
innamorati del sole
e chissà
se un po’
anche di me!
 

DIALOGO DI UNA ZOLLA DI TERRA MARTINESE

Pennellate
pennellate di calce
biancori di luna piena
lavano
purificano l’assenza
la granitica latitanza
di giorni succosi
santificano
il rumore del vento
della notte

Nei filari le viti
dalle gambe snelle
dormono
il sogno del sole
 - ignaro di tramonti
   ma non di loro -
fuoco nelle vene
eterno grido
del dolore viscerale
dal cuore del terra

C’è un’aria profumata
gravida
di rosso lattice
di fichi appena colti:
ritaglia
come sai fare tu
il mio viso
indugia
indugia
sulle mie labbra...

Ah!
Come divento
più bella
se muta
siedo
sulla soglia della tua anima...


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