VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Márcia  Theóphilo

   
Antiche memorie
Antiche memorie

Il dolore che porto negli occhi non è solo mio
possiede antiche memorie
nella mia terra gli alberi non si spogliano
ma le persone, sì
sono meno preparate
più ingenue
e le volpi non si incontrano nel quotidiano
mentre beviamo il caffè.
 
2. Le nuvole

Yanoá? Le nuvole. Che nuvole sono queste, Yanoà?
La pelle si disintegra, gli occhi cadono
pro tutto torna selvatico, uccello
antica immagine, turbamento di cristallo,
incubo nella notte, luce che acceca
sguardo spaventato, inchiodato nella sabbia:
milioni di braccia invisibili si accendono.
Volto trasformato, sua prima apparenza
Yacì sta su uno dei lati del fiume
in un bosco dove le piante sono venute dalle acque
La nave arriva e ci porta con sé
Le foglie si moltiplicano generose.
Sto dentro o fuori le acque, non sento.
Una lettera fluttua, con parole scritte,
la tua immagine torna argentata
Operazione devastatrice dei sogni
passerà ancora per varie mutazioni
umano è mortale fino alla consapevolezza.
Porta l'universo intero in se stesso.
Un giaguaro salta incantato forza assurda
moto Forse viene da un remoto pianeta.
Non sente rumori, pulsazioni dell'aria
Si rinnovano generose, le foglie.
 
As vitórias régias

Erano stelle che cadevano nel fiume,
erano stelle: as vitórias régias. Io so - Yanoà pensa -
gli animali non solo ma di natura tutto tiene un'anima,
un'anima alata che il mondo lascia quando sogna.
E lei sempre sogna ignoti luoghi.
«Yanoà, Yanoà sveglia!
ché gli uccelli portarti via possono sulle loro ali,
i sogni distruggerti possono». Si svegliava
spaventata dalle sue stesse grida.
Gli uccelli vogliono strapparmi l'anima,
io restare non voglio sola con i pensieri.
Il suo volto s'illumina e i capelli spessi le scendono
lisci sul viso rugoso, antico dai sogni scolpito e dal sole.
Un giono Yanoà andrà con i suoi sogni,
andrà con Yara nei fondi delle acque.
«Yanoà vieni a giocare con me,
proteggimi
dai pesci che governano le acque e le piante
cresciute sul fondo del mare».
Tutto il giorno i pesci vanno e vengono
fra i tuoi lunghi capelli.

Il fiume l'uccello le nuvole

Yanoà è venuta a raccontarmi una storia, il suo sguardo
era colmo di sé e dell'immensità del suo pensiero. Il pensiero
correva e il fiume impetuoso l'ascoltava cullando la sua voce:
ripeteva quello che aveva appreso dagli uccelli,
d'ogni colore il meglio, l'idea allegra di vivere,
giorno per giorno armonia cercando con il cosmo.
Yanoà non distingueva fra pensieri e sapori.
La luce entra tutte le mattine e filtrando i raggi
sul letto in cui dormiva, i pensieri
le accarezzava i capelli, gli occhi che dolce apriva.
Più tardi quella luce che ora tenera l'avvolge
forte l'abbaglierà. La casa di Yanoà
sulla riva s'ergeva del fiume.
A poco a poco, erano andati i figli,
rimasta era con lei una delle figlie.
Tante volte tentò perché la figlia andasse, prendesse la via.
Due volte Yacì parve decisa, ma sempre era rimasta.
Diceva che preferiva star lì: parlavano, si capivano.
Gli altri figli venivano a portare Yanoà
nelle loro case moderne
Entrava, i figli guardava e i nipoti,
ma subito tornava al suo mondo.
Era prigioniera del fiume. Il fiume era più forte di lei
o così forte era lei da vivere con il fiume.
Una volta portò con sé una nipote. La fanciulla partì
e dalle braccia sue s'allontanò piangendo.
(Tornerà, il fiume la riporterà qui).
 
Festa della luna nuova

Non odi le musiche che si spandono in alto?
Tutti cantano e ballano senza fermarsi.
Invocano la luna nuova.
Quattro giorni di danza
con il corpo dipinto di rosso vermiglio.
Per la festa della luna
i danzatori vanno nella casa delle Maschere,
si travestono da animali e da tronchi d'albero.
Poi, nella piazza del villaggio,
tutti cantano e raccontano gli odi e gli amori.

Canzoni antiche

Prime canzoni
canzoni antiche
canzoni di oggi e di sempre
nei deserti del Nord vi sono lotte e sfide
nei deserti del Nord non aspettare
la mia rima
viene, ma senza soluzione:
canzoni del viandante
di chi vive alla giornata
non pensare a Yanoà la curandeira
che a causa degli amuleti
può ottenere ciò che vuole

Polvere

La disfatta
è l'ultima delle imposizioni
è necessario che le umiliazioni
siano nel nostro programma di vita?
che ci sia polvere, si sa
l'altro giorno nello spazzolarmi
ho visto che avevo polvere accumulata
      nelle viscere
tele di ragno tentano sbarrarmi il cammino
la furia a volte può essere totale
                  in una tappa della vita

I soli si trasformano

I soli non muoiono ma si trasformano
ognuno ritiene che il vivere stanca
figurarsi l'eternità
prendere la vita è come attraversare la strada
e vedere che l'automobile che viene verso di noi
non ci sta dicendo arrivederci
e il nostro sorriso si smorza
come archiviate carte
ingiallite mature disposte a cadere
nelle mie braccia perché io baci
la tua bocca.


Home