VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Bernardino Sessa

   
Spettacolo sul mare
Dondolio
Ritrovamenti
Riposo notturno
Ricordo di lui
Altri possibili ritorni
Cavaliere invitato al ritorno
Altri terroristi
Il senso delle cose
Aspettarti
Il tempo del tragitto





Spettacolo sul mare

Stasera è diverso, stasera è festa
nella città sfinita, nella provincia abbandonata
correte, correte da paesi vicini e lontani
chiamate i vostri più cari amici, i parenti, i vicini
lasciate le case, aprite le porte
a piedi, in tram, in auto, in bicicletta
accantonate i sospetti, portate i sorrisi
da soli, in due, in gruppo
venite, venite, venite…

Stasera apparentemente non ci sarà il buio
le luci di tutte le candele vi illumineranno
il loro fuoco non brucerà la luce che vi illuminerà
il vento sarà furioso di non potersi fermare
le immagini delle televisioni spariranno
i suoni e le voci delle radio ammutoliranno
lasciate i rifugi, accantonate i dubbi
aprite le menti ed i cuori, portate i soldi
sedete, sedete, sedete…

Eccolo là, è giunto finalmente
l'apostolo, il profeta, il giudice
gli occhi e gli orecchi sono tutti per lui
è arrivato anche nella vostra città
il veggente, l'annunciatore, il mago
è solo e senza paura, è fermo e senza parole
guarda il cielo senza più stelle
guarda noi senza più anima
preme il bottone e ci sprofonda giù
per non rivederci mai più.

Dondolio

Vengano uccelli malefici e pensieri malvagi
a posarsi sui rami della mia terra
questa volta non li rinnegherò
questa volta non li maledirò.
Essi allieteranno la mia solitudine
essi canteranno inni di vittoria
e quando verrà il freddo per scacciarli via 
io li imbalsamerò e li cullerò piano
per farli tornare a volare in qualche altra primavera.

Ritrovamenti

Spostarsi ad ogni istante in un nuovo luogo
emigrare con un sacco alle spalle in un’altra terra
dall’ombra alla luce un solo passo
dal buio alla luce un solo salto.

Negli istanti di fuga tardanti a venire
c’è la mia faccia immersa in centinaia di mani
un solo tamburo accompagna con un ritmo frenetico
tumefatto il corpo si ritrova ferito.

Una parola soffocata dal rumore del tram stordisce una ruga
inesprimibili silenzi nell’ottava notte truffano gli occhi
il vagito di un bimbo è allattato da seni stranieri
trappole umane scattano e avvolgono cuore e mani.

Potessi afferrarti per non lasciarti mai più
potessi palparti appagando il senso del primo dolore
potessi sventrarti per poi ricucirti con fili dorati
potessi picchiarti gratificando la parte oscura di me.

Dove sei regina di tormento e di pianto
in che posto rinneghi i momenti dell’estasi
deformante bambina ubriaca fin dal primo mattino
immobilizzata da ben vestiti signori con lunghe catene.

I nostri pensieri si sono sciolti sotto un sole accecante
i nostri figli sono morti prima ancora di nascere
le nostre consuetudini sono state mutate in fango
e i nostri cuori barattati con l’ultimo computer tascabile.

Riposo notturno

Ti rivolti nell’angolo voltando la faccia
mentre fuori ridono e cantano
mentre fuori inventano altre danze
e parlano dei loro momenti felici
e ricordano i loro istanti d’oblio.

Ti rivolti nel letto dall’altra parte
quando cercano di mostrarti le loro mani scorticate
e ti urlano di voltarti per guardarli
quando cercano di mostrarti i loro piedi graffiati
e ti gridano parole che nessuno ha zittito o estirpato
quando sono veramente soli e tu stai un poco più in là.

Ti rivolti nell’angolo dall’altra parte
mentre nella stanza combatti con la loro ombra
mentre nella stanza riguardi le loro fotografie
e ti pettini per loro
e ti trucchi per loro.

Ti rivolti nel letto
quando ti parlano delle vallate infuocate
e di terre con mostri educati e gentili
quando ti parlano di metamorfosi e di rugiada
e di posti con uomini ribelli e sgraziati
quando sono soli e tu un poco più in là.

Ricordo di lui

Ricorda sempre chi ti ha amato
ricorda il suo volto,
il suo sguardo, la sua voce
forse un giorno non ci sarà più
sarà troppo lontano per essere baciato
in qualche posto di frontiera o di piazza
da qualche parte all’ovest o all’est
nel suo spazio e nel suo tempo
esaltato per i troppi applausi
esausto per le troppe bastonate
esangue per le ferite del cuore
esitante tra l’andare o il fermarsi.
Ricorda chi una volta ti ha amato
chi per mille anni hai dimenticato
chi per un poco hai pensato.

Altri possibili ritorni

Celebrando i riti di vecchi pensieri
ritornano i poeti senza volto
spavaldi nei loro sguardi perduti
rimpiccioliti dal loro piccolo potere.

Ritratti per vecchi concorsi
ritornano i poeti senza più voce
sicuri nei loro vestiti fuori moda
rinnegati per inutili poesie.

Ritornano i poeti dai loro viaggi
e si confondono
e si trastullano
e si masturbano
ritornano i poeti ad uno ad uno
contorcendosi nelle loro risate
trasformandosi nelle loro battute
mascherandosi nelle loro saggezze.

Cavaliere invitato al ritorno

Resterai lì fermo davanti l'entrata
svuotato d'affetto
inzuppato d'acqua
nel mistero da svelare
nel labirinto da oltrepassare.

Attraverserai la porta
limiti invalicabili
barriere insuperabili
buchi neri, meandri essiccati
mari che nessuno ha navigato.

Rimarrai sospeso tra la vita e la morte
tra il tutto e il nulla
tra tuo padre e tua madre
l'esistenza attorcigliata ad un filo dorato
l'esistenza e te stesso legati ad un gabbiano.

Ritornerai poi da queste parti
in questo mare d'auto, di gente e di adii
fiori germogliati, calpestati, bruciati
vicino al duemila
nel soffio del vento.

Altri terroristi

Dove sono annidate le loro idee
crudeltà e saggezza
le loro notti prima dell'assalto
giovani soldati, giovani cuori infranti.

Quale libro hanno letto avidamente
miseria e nobiltà
il loro abbraccio, la loro paura
piccoli uomini negli anni di piombo e di fango.

Chi ha emanato la legge, chi ha stabilito la verità
ironia e pentimento
il loro saluto e tre soldi bucati
animali da circo, burattini di cartapesta.

Come è finita la loro storia
strumentalizzazione e sospetto
le loro pistole hanno falciato vite, seminato pianto
fratelli e sorelle, più forti e più soli.

Perché si è essiccato l'albero
agonia e dolore
la loro libertà non ha più valore
poveri cristi, crocifissi e trafitti.

Il senso delle cose

Se avessi il tempo dalla mia parte
troverei il punto dove ricominciare la storia
fermerei il fotogramma dove eravamo amanti 
e tu con occhi trepidanti ed io negli occhi e nel corpo.

Se non dovessimo più chiedere e trovare scuse
e se avessimo ancora giorni solo per noi
prima che il ritmo delle mode ci trascini via,
ti porterei alla baia di ponente
dove mischiare ancora l'amore e il nulla col rumore del mare.

Se scoprissi il senso della vita
e non dovessi più chiederlo a nessuno
ti colorerei i tuoi disegni antichi e le piccole labbra
e ti pettinerei i sottili capelli all'indietro
e nasconderei quelli ormai bianchi.

Se potessi scoprire il mistero e ridere agli Dei
e schernire la morte e prendere a calci la sorte
trufferei il destino degli uomini solitari
per poterlo confondere col suono della galassia
e trovare un posto dove ogni tanto arriveresti tu
a portarmi un bacio soffocato e la tua spalla nuda.

Aspettarti

Adesso vieni
nello spazio degli occhi e dell'abbraccio
nel posto dove incontrarsi e baciarsi
e percorrere le memorie e le solitudini
e percorrere i futuri e le inquietudini
per perforare i veli e le tende
per penetrare i fumi e le foreste
nel posto dove entrare e uscire
nello spazio dell'incontro, del racconto e del commiato.

Ora vieni dolce anima degli abissi
a inventare qualcosa che sappia di me e di te.

Il tempo del tragitto

Anche noi durante il tragitto
deporremo uova come bestie maschi travestiti da regine
per rispettare le leggi della creazione e della divinazione
per non farci dimenticare e per farci rintracciare
e continueremo con qualche oblò aperto e qualche altro chiuso
come vecchi velieri a tracciare le nostre ipotesi marine
rispettando le leggi della navigazione e della immaginazione.

Anche noi nel corso del tempo
scaveremo fosse come killer femmine truccate da straccioni
per infrangere le norme della fucilazione e della costernazione
per non farci piangere e per farci rinnegare
e proseguiremo con qualche motore acceso e qualche altro spento
come moderne astronavi a schivare i silenzi stellari
infrangendo le norme della proibizione e della fascinazione.

Abbiamo creato poesie e divinato presagi
abbiamo navigato in tempeste e immaginato in deserti
abbiamo fucilato i nemici e costernato i demoni
abbiamo proibito rimpianti e fascinato gitanti
prima della raccolta dei fiorellini e dei volantini
durante la sfida tra la multimedialità e la sacralità
dopo lo spettacolo dei venditori e dei roditori.


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