1.
il meno peggio ragnettino - (giugno 96)
                  2.
siamo una doppia
coppia  - (giugno 96)
                  
                  3.
io sono, nel
mio complesso - (luglio 96)
                  
                  4.
aggiungo, adesso
-  (luglio 96)
                  
                  5.
non elemosinavano
affatto - (agosto 98)
                  
                  
                  
                  
                  
                  
                  
                  1.
il meno peggio ragnettino  - (giugno 96)
                  
                  Il meno peggio ragnettino, qui, 
praticatesi un rude rinopiercing, mi hanno ammonito
                  
                  d’urgenza,
era piuttosto saffico:
(una cosa sottile, scura: congiunta, pare, a un’acre
                  
                  e molto
asprigna indonesiana
piatta:
                  
                       
non è il caso di ridere, così (anche se ridono
                  
                  i remoti
semiti medesimi), se
hanno singolarmente scaricato, dentro la singola 69,
                  
                  il mio
singolo me:
                  
                    ho
assunto un brodetto
di tartaruga, adesso, qui all’Alexander,
                  
                  in memoria di
Popa: ho pianto
i giorni delle crude aringhe, che masticammo lentamente
                  
                  insieme, in
questo porto, da
queste parti:
                  
                       
(ma il paesaggio è in biodegradabile degrado:
                  
                  sono
più cupe le strade,
più frigide e fragili: questo però è pure il
mondo,
e mi piace,
                  
                  che è
un dappertutto ormai
dovunque, in cui ti manifesti e ti comunichi, quando un po’
                  
                  tu riesci,
con afrogesti e anglogemiti):
                  
                       
succhiami in blocco, mia tarantola eterna:
                  
                  2.
siamo una doppia coppia  - (giugno 96)
                  
                  siamo una doppia coppia, all’asso
di cuori:
                  
                       
così si dice (e si diceva) e dico:
                  
                  in prima
istanza, siamo due ricami:
ti sfioro, azzurro, appena, con la destra:
                  
                  (la sinistra,
sull’anca, mi fa
un’ansa): non ho una testa, ma un preservativo, a tronco
                  
                  di cono, che
è come un
pesce plissettato e rugoso: (e ho una flanella da vegliardo): e tu
                  
                  sei nera
nera, voluttuosa, la
coscia rigonfiata, ridondante, lavorata di bianco, con minimi
                  
                  piedini
incrocicchiati, a punto
croce:
                  
                       
nella seconda stazione, io ti vedo, invece,
                  
                  che ti
reclini il capo (che è
nuvoloso, che ti stia tra nuvole, nuvoletta mia dolce,
                  
                  cielo
mio):(sono la sagoma tua,
sagoma mia): ci stanno, dentro, due tavoloni sgomberati
                  
                  in noi: ci
è stata fatta
una piazza pulita:
                  
                       
siamo clessidre, con la sabbia in fondo:
                  
                  3.
io sono, nel mio complesso - (luglio 96)
                  
                  io sono, nel mio complesso, un
corretto signore complessato: (anche se poi, sovente,
                  
                  in certi
casi, sono corretto
come un caffè, con quale spruzzo, così, di
alcunché):
                  
                  (sono
analogo, allora, a un irish
coffee, esattamente, spiritoso e cremoso): (sono,
                  
                  allora,
persino, finalmente,
policorretto politicamente): (il che è certo un eccesso,
                  
                  ma qui
eccedo):
                  
                    e alla
Brigitte (o giù
di lì, direi), che mi affiancava nel mio folle volo,
                  
                  un’ angelina,
me )C, al )A, berlinesina
in tulle e in taffettà, con quattro cuoricini,
                  
                  agli
orecchini argentini, e con
due gamba bionde, ignude tanto, ero sul punto, quasi,
                  
                  di
inoltrarle, cerimoniosissimamente,
reverente richiesta di licenza di molestarla,
                  
                  sessualmente,
un poco:
                  
                    
ma era molto attirata
dall’oblò, lassù, tra cirri, cirrostrati
                  
                  e
cirrocumuli, nembosa e sfilacciata,
acido e acerbo micromanichino:
                  
                  4.
aggiungo, adesso -  (luglio 96)
                  
                  aggiungo, adesso, che più
tardi, a terra, senza autorizzazione preventiva, con tatto
                  
                  e con
contatto, ho intrattenuto,
astuto, un dialoghetto ossuto, sbrigativo ma dolce,
                  
                  senza sblocco
né sbocco
(e prescindendo dalla verde bocca, e prescindendo dalla gonna
                  
                  verde), con
un arto inferiore,
il sinistro, di una sehr oleine Hexe, scampata in fretta
                  
                  alla sua
Teufels Kuche:
                  
                    
(ma mi è
scappata, poi, tra le quinte, struccata, con il migliore
                  
                  pseudomacho,
tra i suoi puppenstudenti,
gonfiati ad arte nei loro calzoni, da autentica
                  
                  omotaverna
lipsiana):
                  
                    
(e così,
a notte alta, sono qui, dentro il mio caldo nido
                  
                  in
Lutzowplatz, che mi massaggio,
saggio, con la rabbia, il mio penoso piede cavallino):
                  
 
                  
                  5.
non elemosinavano affatto - (agosto 98)
                  
                  non elemosinavano affatto, i canterini:
(anzi, davano prova dio virilità vocale,
                  
                  e non soltanto polifonica, diamine,
se il recipiente, non essendo un supplice
                  
                  salvadanaione, era una specie 
di damigianona iperliquorosa ammazzamatricole):
                  
                            
questo,
                  
                  a Yale, a cena, al club: erano
i Whiffenpoofs, per la cronaca): (a Los Angeles, invece,
                  
                  Sunset Hall, dove finirò,
immagino, i miei giorni, leggo che c’è una vecchia casa di
                  
                            
riposo, ]
                  
                  per marxisti vecchi):
                  
                    (l’ultimo compromesso,
si racconta, è che hanno adottato le tovaglie,
                  
                  a tavola, da poco, adesso); (che
le hanno messe ai voti): (okay, three cheers):