VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Antonio Pensiero

   
Le donne dei poeti
La collana
Altrove


Le donne dei poeti

Turgida d’incenso e marijuana, 
la mano sgombra dal giacer 
del lampo e l’urna mesce 
a intermittenza ombra, nell’eco 
densa di smodato crampo. 

Mònade perversa e torva, 
stillante essenza in eufonia 
d’inganni - curva all’equilibrio 
osanni opalescenza tinta 
in melodia brillante. 

E rinverdisce 
spuma di lumaca 
nel disadorno
chiasso assorto.
Attorno, opaca
gioia cresce
nel vivo eccesso.

(di chi è già rimorto).

La collana

Avevo imparato ad intarsiar
nell’ambra i nostri giorni,
e dal tuo collo soltanto 
pendeva il mio tesoro:
mai stagioni o palpiti
furon preziosi come
i grani infiniti che
- proprio in cima al tuo seno
ornavano il laccio
affusolato del mio assorto
divenire.
Della perduta Stele di Rosetta

Immensa_mente sto
nel risvolto d’una ameba; **
su galassie e nebulose implose,
coscienti appena
della dimensione finita
che disanima ogni cosa
dalla pienezza in sé.

Figlio dei con_sensi
che il defunto tempo accorda:
perché quell’elettricità nell’aria 
non sia soltanto il bagliore
d’una luce fredda al neon
(interrotta quando la percezione ne 
va carpendo appena il flusso).

E fuori da me, mi trovo,
nel bisbiglio innaturale
che ci fece corruttibili
ma volti alla ricchezza;
quando energia imperfetta
nei manovrati tendini 
ci porta a compimento
d’un sorriso puro,

nel sintomo instabile
d’un decifrato Ignoto
che mai perdura 
eppur ci colma, a tratti: 

come padroni 
d’una chiave inesistente,

come capaci 
di governarne il moto.

Del tuo corpo svestito di luce

Trionfa al tuo profilo nudo
il sussulto avido del buio,
la vastità immortale esulta,
come se mai le fu concesso
di sovrastare gli astri.

Trionfa l’eco seducente
che la tua pelle elesse a cibo
nella crescente cadenza
di due salive avvinte si disfano
i nodi che ci fecero materia.

Ho fame dei tuoi capezzoli;
nell’ombra pingue d’odori
dilago al tuo gemito, 
del percepire tuo umido gemo
- esploso di gioia 
nel meccanismo
che trascende
la nostra empita carne.

Altrove

E a nulla valgono le ribellioni,
gli sbotti di materia che s’infrange;
la madreperla ha confinato aloni
nella bontà che piange.

E piange e muore allo svoltar dell’ira
come una zeppa che bloccò le imposte:
la volontà scolora ad ogni spira
vitalità deposte.

Ma fu ebbro svanire nel miraggio:
quando fui goccia pallida laddove
per l’ampia pioggia e un odoroso altrove,
in te trovai il passaggio.

Un monile di mandorle nude

Un monile di mandorle nude
sul mio volto ed un diapason,
dal tuo, che ti sorregge
nella costruzione di un sorriso.

Rassomigli alla stanchezza
placata degli odori del giorno
che giocano di narici 
al termine di un giro.