VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Fabio Nicolazzo

   
1. Estuazione
2. Dolmen: Tre morti
3. Nel giardino del fiordo
4. Poiesi della morte
5. Alibi
6. Ricorsi
7. Oggi
8. La fredda comparsa del limite





1. Estuazione

Il Silenzio
 
1° Atto
Esile
Sfugge
Sommessa
Tra le trame ricamate di un drappo
Che sventola solitario ed ozioso

Ciò che prima sembrava esserci
È la carne al fuoco dei rododendri

Rossa
Palpitante
Spaziosa

Come un fiocco natalizio
È la felicità
Il ricordo più straziante

2° Atto
Lasciami qui tra la sabbia

Scura
Ed il mare
Bianco
Obbedisci

La Mutazione

Tu gridi forte troppo forte gridi Tu
                         Speculare
                         Vestigia
Ed ora
Il Dolore tuo
Si trasforma in Menzogna
 

2. Dolmen: Tre morti

Scivola come fiele inzaccherato
Lungo i tuoi fianchi
Putrescenza da tempo agoniata
Sorregge un intelletto devastato

Seppellisco la lesione
La sinaptica giunzione
Che dispone ogni mia
            Finzione

Una veste nera dimostra virilità
Candela lungo la pietra
Essa mi conduce al tuo stolto sepolcro
                         Sebbene
Il tuo essere non mi stia più bene

                                      Folgorante luce
                                           Stopposa
                         Filigranata con le tenebre
                         Sbarre ai luoghi comuni
                         Spilli negli occhi dei coloni
 

3. Nel giardino del fiordo

Non gettavi ombre
Come cattivi pensieri
E non la forza
Di una frana
Usavi poi con parsimonia
Né curavi fiori
E canne di bambù
Nella selva

Nel giardino del fiordo
L’acqua è seta
Ristoratrice

Nel giardino del fiordo
Nessun ormeggio
Mai è necessario

Nel giardino del fiordo
Il lamento fu l’anticamera
Del ricordo

Che tutto proceda normalmente

Non scivola su ghiacci
Come sottane strappate
E non porta presenti
Come santi sciupati o sbiaditi
Né passeggeri
Come fardelli appesantiti
Dall’ozio

Nel giardino del fiordo
Il limite è dettato
Dal ritardo

Nel giardino del fiordo
Ammainate le vele
Ricamate d’ocra !

Calpestate gli orpelli
E quei bianchi sigilli !
Essi
Stanchi vessilli
Che han perduto
L’araldo
 

4. Poiesi della morte

Un tonfo
Il rumore sordo di ciò che muore
Trapassato dall’eredità Veggente

Ho sporcato con i segni
Le parole che ho mutato

Ho provato poi
Come alchimista teutonico
La fredda poiesi

Cavità sotterranea a sviluppo
Prevalentemente
Orizzontale
Grottesco accorgersi poi del
Verticale

Un titolo
Che prometteva promesse
Che
Come un metallofono
Scomponeva
Rumori
Esalando iracondo
L’ultimo suo
Profondo
Respiro
 

5. Alibi

Affinché
L’infinita calunnia
Non sia
Stridore
Travasando
Con leggerezza
Incrinature nostalgiche
Di remore psichiche
Non ho saputo
Scegliere
Tra l’amabile Arte
Del perdersi
E quella
Del ritrovarsi
Né fuggire
Con
Celerità romantica
L’espiazione falsa
 

6. Ricorsi

L’ispirazione
Violacea
Livida
Come scaturita
Da vulcani
Ricorre
Ad estreme raffinatezze
Stilistiche
Le forme assumono forme
Laggiù
Nell’angolo buio
Ove più facile è
Trovare muffa
Più colloquiale
È
L’anima nostra
Con se stessa
E
Non è
Altro da sé
 

7. Oggi

Un quadro
Striato di verde
Una damigiana
Non piena
Il muro bianco

Tutto d’intorno
Colori d’ebano
Ambrati d’ombra

Soffio
D’aria frizzante
Rumori ferrosi
Situati
Nella Memoria Presente
Accarezzato da una brezza
Imminente

Non tollero
Le porte chiuse
Oggi
 

8. La fredda comparsa del limite

Non esiste
Almeno per me
Situazione più breve dell’Essenza
Le apparizioni sue
Fugaci
Troppo tempo per rincorrerle o accedervi

Sono ebbro oggi
Troppo Ebbro del dolore
E mi crogiuolo nel suo spessore
Mi affatica rinsanire d’altronde

Versa
Il sidro della tracotanza
Ostia Martoriata dalla fioca desueta maldicenza

Qui sono le radici
Ma qui sono anche i rami



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