VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Simone Molinaroli

   
1. (Bella questa vita bella)
2. Riflessioni contratte
3. Una guerra vista da lontano
4. Un treno nella pianura
5. Destino in replica
6. Piedi nudi
7. Calmati amore
8. Calmati amore (Ciocarlia turbo remix)




1. (Bella questa vita bella)

 Bella questa vita bella
               che si dimentica

          di svegliarmi

                      la mattina tardi

           ed è già

un naufragio ad occhi aperti

sugli scogli

         del pomeriggio.

2. Riflessioni contratte

Bisogna mettersi a guardare

dentro le televisioni
per capire che l'uomo con il mitragliatore
è fuori
    e sta correndo ad ammazzarci.
Bisogna assumere qualcosa
che sia attivo
            zuccheri droghe
            benzodiasepine
che lubrificano la corteccia
e dicono -calma-
          spostiamoci con calma
il terrore è un amico
che vive solo
           e viene a cercare compagnia.
Bisognerebbe coltivare piante in armadi di
vetro
        nudi depilarsi
e mangiarsi le unghie.
Meglio che curare doppiopetti sfioriti
sformarsi e rispondere con le croci.
Nudissimi arrampicati su se stessi
e precipitati sudati
                    fradici
dicendo grazie, questo è nulla
                              questo è tutto
               non si preoccupi mai più
               per il bello che verrà.
Bisogna che gli animali siano liberi
e gli uomini li rincorrano
in sogno
           e in realtà
           liberi di masticare
           uscendo di strada
           a rotoloni dalle montagne
           dentro una piscina
           nella scatola elettrica
           spezzata in cento milioni di respiri
                                                          affannosi
ma c'è il sonnifero e il letto ci mangia
e c'è calma
e dietro la finestra è arrivato
l'uomo col mitragliatore
che bussa entrando
si sdraia nella bocca del letto
e dice
-il terrore è scarico
 buonanotte-.

3. Una guerra vista da lontano

Domattina, il pavimento sarà veloce.
Nessun problema
tranne un macilento senso di rovina
che prende lo stomaco.
Nessun turbamento
nelle geometrie forsennate
dei capitani di vascello.

E se nevicherà

mireremo gli amici
sdraiati per terra
calpestati dal mondo
nel riso e nel fumo
nessun rischio calcolato
nessun coinvolgimento
al bordo dell'esistenza
se non concederci la vista
di macelli ordinari
               al limite della banalità.
La rovina è la realtà
La menzogna di moderni Cortez
alla conquista delle Americhe
allo sterminio silenzioso dei vinti.
Una guerra vista da lontano
È come un tramonto visto dal vivo
voltandosi scompare.
Ne rimane il puzzo
ne rimane il rimbombo cupo
che diventa i fuochi di una festa

la notte, oltre una collina.

Al puzzo come in un cesso

       si fa l'abitudine. 

4. Un treno nella pianura

Un treno nella pianura
trasporta bellezza stanca
i muscoli soffocati
 
                     da un'istantanea
                                       confusa nella sabbia.
Chi è più perso o
più alla deriva
non è dato non è scienza non è
                     spettinando le cose
                     o facendo domanda in
                     carta da bollo
                     che l'amore svela
                     la dinamica.
Scannatevi avvocati
per le cause di divorzio
       dal mondo
ma è un enigma irrisolto
che ci separa e
                         ci sperde.
E' lo sbarco dell'inerzia
       dagli occhi al corpo
è soprattutto sulle spiagge inventate
che si spengono
                             i nostri motori
che si accasciano
senza un verso le passioni.
Non dirò che è morto qualcosa
di maggio una mattina
ma che non nasce
                  un'ipotesi diversa
                                        neanche
                                              un'ipotesi.

5. Destino in replica

La pazienza non è una virtù
prendiamoci ciò che ci spetta
pria che l'ingestibile

                        disordine

                                  deragli
sulle palpebre anoressiche
di chi è avanguardia
                            di sé
di chi cade
                   e finge di volare.
Lo sa bene chi per cena
ha un piatto di scherzi
il mondo s'impegna
a mostrare gioielli
ai meccanici del pomeriggio
                                  spezzato.
Architetture fragili
innesti di organi
                    inoperosi
in corpi pigri di sfoglia
in arti di scarto
del piano settimanale di rinsacita.
L'eco stentato di promesse folli
non sazia gli affamati
i senzaniente del destino in replica

e la vita è questa

girandola di lampi

                      e smarrimento.

6. Piedi nudi

Piedi nudi d'ubriachi
e popoli fuori concorso
al festival
del dissolvimento indolore.
Alla fine dei miraggi
andarsene non conta
soffrire è uno sport
 
                        senza vittoria
se lei svanisce
in una piega del mondo
dicendo solo ciao.

7. CALMATI AMORE

Ho avuto l’immagine del silenzio. Troppo grossa e troppo forte mentre mi dimenavo cercando di cacciare la pazzia o di farla emergere, non ricordo. Ero cinque centimetri di carne arrotolata sotto la sedia, avanti e indietro, rotolare, contrarsi, gridare piano, ero un epilettico, ero un tarantolato, un malato terminale, un gatto impaurito, una zanzara al tramonto, un motore truccato, un bacio di una puttana, un cargo di droga, un serpente dimezzato, un’orchestra con cinquanta spartiti diversi.

T H I S   I S  M Y   C O N F E S S I O N

Calmati amore mio, calmati io non sono che dio e come lui puoi bestemmiarmi, come lui io non esisto. Calmati amore se ho voglia di fottere un’altra donna calmati lo stesso. Non esisto se non per cinque minuti scarsi in cui sono esigente e perfetto. Bestemmiami amore uccidimi e sputami addosso, ricoprimi di bava, picchiami, dammi colpe, fai di me l’attore principale della tua rovina, io lo sarò e lo sono stato. Ma calmati, davanti a dio raccogliti, interroga il  culo sulla teologia del tuo uomo porco e saprà dirti che non è che merda fosforescente di angeli storpi. Che non è che sangue e kerosene, combustibile speciale per passioni ipertrofiche. Un osso rosicchiato da topini cantanti e giocolieri, panico notturno e drammaturgia fittizia. Calmati amore. Stavo per frantumarti il setto nasale e ora sai che la prossima volta sarà peggio. Calmati amore, comprati una pistola perché con le mani non ce la fai e io non sono un gentiluomo. Calmati amore, mi sono impiccato mentre Stravinski suonava the end in camera mia. Sono un pendolo di carne appeso al lampadario e una scarpa bucata.
Le sigarette mi fanno male, soprattutto l’ultima, ma mai quanto me ne faccio da solo. Mai quanto guardarti svanire e pregarmi. Io non merito fedeli e tanto meno fedeltà. Non cattedrali, non apostoli, non altari. Io sono dio, ma un dio che non c’è. Da bestemmiare senza sensi di colpa, quindi inutile. Non mi odi abbastanza. Dovresti odiarmi perché io non ti odio, non ti voglio alcun male. Dovresti odiarmi perché ti ho picchiata senza volerlo. Ti ho picchiata perché mi avevi dato un piccolo e tenero schiaffo. Perché solo perché solo perché mi sembrava di doverti qualcosa.
Calmati amore e guarda la pioggia che ti acceca mentre guidi. La traiettoria di ogni goccia dal cielo alla fogna. Dalle nuvole al parabrezza. Calmati amore, non sono che un uomo disunito, indegno e un poco stupido. Un uomo senza vita. Impiccato, fucilato in guerra per codardia, nato morto, svenato per amore, investito da una navetta spaziale, risucchiato da una macchina da scrivere. Morto di una vita sparata nella schiena alle quattro del pomeriggio. Di una pera di colpi al mento senza motivo. D’iconoclastia inaspettata di suore in acido. Calmati amore, non vedi che ti sto baciando con la mia bocca principale, che sto facendo un ritratto al nulla, che la mia clessidra sta bruciando, che ho spento la radio e ti sto baciando ancora. Calmati amore, sono sdraiato e progetto la reincarnazione di un orologiaio bretone. Calmati amore, ho licenziato la mia orchestra perché non suonava tango. Perché guardavano troppo la luna. Perché non facevano domande sul tempo perché suonavano solo Paolo Conte al supermercato. Calmati amore, perché lei non dovrebbe piacermi, perché non dovrei fare il sesso, perché non farlo con mille donne, perché non smettere di farlo tanto è sempre uguale. Ogni pompino è un cazzo in una bocca e una scopata un cazzo in una fica. Calmati amore, lei mi piace, lei è una foglia, lei ha il collo lungo. Calmati amore è bene che tu lo sappia, è bene che io lo dica, è bene che lei mi piace, io mi sento vivo.

8. CALMATI AMORE (Ciocarlia turbo remix)

Io sono Godzilla e tu sei il Giappone e farai meglio a calmarti sennò strappo tutti i tuoi grattacieli e li mastico come noccioline. E’ meglio se ti calmi perché ho i nervi che mi bruciano e nonostante tutto sto facendo del mio meglio per amarti tra clessidre che esplodono e suonatori di pioggia notturna e trafficanti di pallido doping per angeli demoliti. Impara ad odiarmi di più e meglio. Faremo una guerra vera almeno. Ti spaccherò le ossa e tu ti comprerai una pistola perché con le mani non ce la fai e io non sono un gentiluomo. E ogni volta sarà peggio. Ogni volta sarò più violento e ogni volta sarai più precisa. Mi colpirai al cuore e io morirò. Farò finta di morire e come dio apparirò dentro i tuoi sogni e poi dentro la tua macchina mentre la pioggia si schianta sul parabrezza e pensi di essere libera. Sarò implacabile e magnanimo come un dio che non esiste che per te. Come un dio che sta pianificando l’annullamento di tutto compreso dio stesso. Calma le tue manine piccola, le mie sono più grosse e soprattutto ti stanno amando. Ti stanno amando parti di universo sconosciute. Ti sta baciando la bocca principale di dio e della sua fine. Calma la tua manina prova a non pensare che dio ha voglia di fottere un’altra donna prova a pensarlo prima di colpirlo prima di colpirlo prima di subire la reazione prima di subire la reazione prima di pregare per ciò che è tuo prima di rischiare il setto nasale prima di provare anche questo teatro per passioni ipertrofiche prima di cadere anche se ti ho picchiata nessuno ti bacia come ti bacia dio.


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