VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Renato Minore

   
A chi contempla il cielo in una notte stellata
Dovrai starci per sempre
Promenade
Le conchiglie
La tela del racconto


 
A chi contempla il cielo in una notte stellata

E raggrumate galassie
impongono altezza e sgomento allo sguardo,
da questa sottile crosta
prodigiosa è la vita e ogni vita s'annienta
in un battere di farfalla,
l'occhio torna a scrutare
l'armonia e la perdita, il brusio e il silenzio,
il punto addensato che scivola
in ogni sua rappresentazione
dentro nuvole e pulsio di lucciola
è il nostro tempo e la nostra morte,
questa parola che s'incurva
ruota e scopre vertigine
la distanza, impossibile aggiungere sabbia
come il bambino copre sulla spiaggia la voragine
nell'arco vuoto del refrain siderale,
e succhiati dentro le teche
gli insetti si scambiano puntute
immaginarie carezze, non disperati
segnali come se stessero per annusarsi
né possono toccarsi né conoscono
la grandezza automatica del loro gesto,
solo se la pietà libera il vetro
li vedrai annusati e felici
nel tempo saltante del desiderio,
ma pietà corre e tronca il legaccio 
pietà supplica e accarezza?
pietà è l'inchiodarsi, lo schiodarsi 
un nudo tacere oltre l'orizzonte,
e altre volte potrai accendere l'occhio,
gonfio di senso e di conoscenza

                                sentire che l'alluciolìo

è ormai iridescente soffio e bufera, ancora trascina 
dalla minima quiete del suo niente
e ancora parla, può rischiararti
il calore, la forza d'esistere,
come crebbe quel primo pollone dentro la roccia 
e come poi spezzò la lastra
stampato in una forma ancora elementare
che tutto il moto stellare della sera
brucia nella pupilla slargata e sorpresa.
 

Dovrai starci per sempre

Dovrai starci per sempre.
Ti ho serrato nel mio cuore,
ho perduto la chiave 
e devi accordarti 
in quel tremore ignoto al mondo,
cosa piena di paura,
dove creammo parole molte d'amore
e lasciammo non dette 
parole molte d'amore.
Ti ho serrato nel mio cuore
e la chiave hai finto di averla
per meglio occultarla. 

Sei il coltello con cui ancora
frugo nella mia piaga.
 

Promenade
In questo mondo non si gioca a scacchi
con le figure eterne: il re e il folle.
Michel Foucault

La città aperta o divorata
da un qualche vortice o nuvolaglia
che la fa scendere o salire
per linee d'orizzonte
squadrato su colline grigie,
serrate nel fiato
di vie inerpicate, e strane
aperture al senso d'una più radicale
estensione di piazze e venti,
e noi come presi da questo andare
per cunicoli che hanno la forza
strozzata del destino dal respiro
un po' incavato o premuto
contro la soffice cavità dei desideri,
giravolte d'una più vuota sostanza 
come lo scarabeo spinge la pallina
che gli scivola giù verso l'acqua e poi
salta su, rimonta beffarda sul pendio
che è la sua condanna e l'unico,
possibile, pertugio di salvazione,
e viva la pena che nutre
l'idea forte opposta al suo nulla,
ancora il pulviscolo dei gesti
che danno fiato e sogni e corsa 

               oh l'impresa capitale
               dei due sauri impressi nel calco,
               e poi fulminante
               fu la stretta, leggera la corsa
               - millenaria e millenaria
               lungo evi d'inesausta decimazione-
               fino allo stupore nella teca,
               e ci fu slancio, emozione
               o cieco tintinnar d'istinto
               sfilacciato nella caligine... 
 

Le conchiglie
La mappa non è il territorio.
Il nome non è la cosa designata.
Gregory Bateson

Approdò sulla spiaggia 
assetato di mistero.
C’era la promessa, o premessa,
per una equa meditazione universale 
sui beni, prossimi o remoti, dell'esistenza.
Ma il calco della mano lo ridusse a ciò che conosceva o sperava. Era poco, fumo che svapora. Pensava alle conchiglie, c osservi, stanno meravigliate a osservarti e tutto è nello specchio di quello sguardo che si specchia. Spinse l'occhio all'orizzonte. Attese. E nulla in vista, mio provvido signor Comandante. Scelse di pisciare con la libertà che nessuno poteva sottrargli. Il liquido si raggrumò nel friabile tunnel di particole del mondo.

 

La tela del racconto
Per Le coucher du soleil
di Claude Lèvi Strauss

1) 

Punture e bagliori.
Scoppi e scintille. 
Scosse e profili.
Quando il sole brucia
sull'onda, sopra l'ardesia
pulita del cielo, oltre
il rosato bastione 
di nuvole, lo sciamano
vive l'allucinazione
di un mondo ormai impassibile.
Senza più coscienza, neppure
delle sua gioiosa pena
d'essere e confermare
il verbale abrogato.
E si vede più chiaro
nella sua estasi? E cosa,
oltre il profilo quieto
di alberi rannicchiati:
un altro paesaggio,
altre cose anche minime
che spezzano l'orizzonte?
Ora che le montagne 
sono solo montagne
e le acque sono acque,
una pietra più armoniosa
d'ogni altra avvolge
il profumo nel cavo del giglio
sapiente più d'ogni parola.

2)

Con gesto leggero,
come se dall'inizio d'ogni cosa
che non ha inizio fosse segnato
quel giro di farfalla,
con volo veloce
lascia la casa teporosa,
la mano fraterna, il riso
e la festa, il raggio
che penetra nel salone
e fruga tra i ritratti, 
senza pietà di famiglia,
Ora si distende
e gli insetti portano
l'umore del contagio.
La terra è come questa terra
l'erba come questa prateria.
Quel vuoto sarà pieno, pienissimo
se accanto al fuoco sparso,
nell'ombra scolpita come metallo,
distillano dal sogno
le parole del viaggio.
Ora che le montagne 
sono solo montagne
e le acque sono acque,
una pietra più armoniosa
d'ogni altra avvolge
il profumo nel cavo del giglio
sapiente più d'ogni parola.

3)

Con gesto leggero,
come se dall'inizio d'ogni cosa
che non ha inizio fosse segnato
quel giro di farfalla,
con volo veloce
lascia la casa teporosa,
la mano fraterna, il riso
e la festa, il raggio
che penetra nel salone
e fruga tra i ritratti, 
senza pietà di famiglia,
Ora si distende
e gli insetti portano
l'umore del contagio.
La terra è come questa terra
l'erba come questa prateria.
Quel vuoto sarà pieno, pienissimo
se accanto al fuoco sparso,
nell'ombra scolpita come metallo,
distillano dal sogno
le parole del viaggio.



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