VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Stelio Maria Martini

   
Paralogismata I
Paralogismata II
Paralogismata III
Paralogismata IV
Paralogismata V
Paralogismata VI
Paralogismata VII
Paralogismata VIII
Paralogismata IX
Paralogismata X
Paralogismata XI
Paralogismata XII
Paralogismata XIII
Poemi per Documento - Sud I
Poemi per Documento - Sud II
Poemi per Documento - Sud III
Poemi per Documento - Sud IV
Poemi per Documento - Sud V
Poemi per Documento - Sud VI
Poemi per Documento - Sud VII
Mariae Palliggiano
Hymnus Paraphrasticus




Paralogismata I
d'onde il grand'arco suona
(Foscolo)

...e se alla storia vogliamo attribuire l'inopinato emergere
      delle cose

allora è anche vero che ne abbiamo trascurata
     la dimensione chimica
e ci siamo messi a fischiare motivi automatici
come i merli in fila sul ramo con i culi spennati.
assumiamo dunque a saggezza una fascia d'immanenza
in questa calma temperie,
ci domandiamo cosa sia:
un bambino, un cane (Fimóoo, Fimóoo!...)
     o cos'altro?
perché muta il sembiante degli animali.
(sodo es un sueño) il volto degli animali
che ammette lo sgorbio orribile e il ripudio dell'offesa
cui finirono per spuntarsi le penne. e così
siamo portati a chiederci dove mai siano finite le ferite
      del passato

le coazioni i risentimenti le sofferenze,
quale sia mai stata la loro parte o funzione
 nell'interzona tra storia e natura
dove praticamente ha segnato il passo nell'ambivalenza del pensiero
la riflessione introversa, la pudicizia, la grazia
ed ogni altro tropo theatri o fori o tribus o anche specus
(inutile certamente il ricciolo dell'interrogazione già disinteressata alla
possibile risposta movendosi essa medesima nella semplice glossa del
sottofondo)
così che, automaticamente, un filo di facile musica, coercitore di falsi
        valori,
si rivela unificatore del mondo soggettivo,
nella disgregazione ansiosa del continuo.
- incredibile! - si obietterà. allegherò dunque il caso
di Toy, scimmietta idiota, di cui sorfles: la inquietante dialettica della
forma e dell'informe sblocca il sensoriale lirico... ecc.
l'idiota dell'informe dialettica di cui sblocca ecc.,
dove certamente si scopre la sottotraccia fluttuante
della parentela tra la sustanzia di cose trovate e il gesto semplicemente
       vivente

qu'on ne peut jamais se connâître mais seulement se raconter,
e subtilità sensitiva che rende impossibile
il non mai abbastanza auspicato equilibrio personale.
l'inutile rivolta compirà i propri estremi sussulti
nei deliri del vecchio sacco finché non sarà ora.
scriverò a P. - dirò che non è mai il caso di preoccuparsi
tutte le volte che qualcosa sembri richiamare
 all'interrogazione della porta.

Paralogismata II

così: a colpi di becco sul pelo del liquido
 - circolarità sensibile dell'apprensione.
deve potersi dire: hic et ubi-tue, nunc et semper
   (sognavi prima o dopo?)
forse rispetti uno spartiacque non più azzurro, ora, vicino.
o del poro o del puro o del pero o del paro.
pizzichi ogni toccata corda della vita anteriore:
ecco: non è che ombra mentale il misirizzi intorno alla pista
per una successione di sfere d'equitazione
ove non potrebbesi anco irrigidire per così poco.
    ancora un piccolo sforzo:
tutta la tintinnante carovana
s'inerpica per le curve mentali dell'indiscrezione
     quindi
  alle cinque d'inverno
brancolando nell'oscurità che sgrana trilli argentini
mugolando in cercarne l'arresto tra il perduto ed il fiele
 orientandosi il rianimo per riprendere storia
urtando brancoloni nelle inaccettabili mostruosità del giudizio.

Paralogismata III

l'antipatica che si dichiara nata sul pisello
ha creato un demonio perturbatore del pomeriggio.
    anche se piove
e nella stanza s'annidano i piumaggi della cenere
il turbiglione si agita in se per gioco e per non morire e...
l'accendino è lustro e levigato!
      INTANTO
M. rincorre le coralline anguinali dove il piccolo sudore si rompe in
rigagnoletti ed L. gioca nella vestaglia dal lieve sentore di giallo
perché è infelice di aver perduto le palpebre come potrebbe anche essere
per aver pianto alle proprie spalle e C. ghigna nel naso e fa il broncio
e frigna pur sapendo benissimo d'aver passato i trenta e che non va
     e allora?
propriamente non saprei proprio visto che -
quindi, seguire la lena del come viene se
ancora è il demonio creato dall'antipatica del pisello
che discute ("ma sai") se doversi rompere la disciplina
come il rullìo viene di là dove
sospende il timpano alla campagna in parte che diresti
    chissà dove, chissà dove -
perché pur sempre sappiamo dell'intanto
(ce n'è sempre uno, chissà bene poi come, ma c'è, anzi si dovrebbe
indagare perché si esce a parlare dei nemici alle porte o della gatta
guasta o dell'assolato cataclisma presso i verdi isolotti).
Orbene, una volta scoperto, attribuiamogli pure la soggettiva origine
       scientifica
(così, tanto, termina l'indagine, com'è di ogni altra cosa cogitata, ergo
sunt, ma la summa voluntatum fin dall'uomo di Neanderthal o dove,
diomio, dove
finché
  eccomi qui raccolto
  nelle mie mani giunte
e il discreto abatjour acceso e tuttomiointornoame).

Paralogismata IV

perché l'indugio sociale conseguente alle strenue pudicizie
i facili adeguamenti ed, in primis, l'ars amatoria
ne tengono il vivere in precaria sospensione
 tra le risate d'obbligo ed il pauroso amore
fin quando non s'allunghi la rivalsa sull'ingenuità.
e richiamavano con scherno a misurarsi incertamente con se stesso
il prof. preoccupato dall'aritmia circolatoria
tra le beffe alle sue stigmate ed alle proteste della tenue orientabilità.
ad esitare sulla soglia d'inspiegabili cose, a proporre, infine,
il ragionevole straccetto degli inutili perché, ma perché,
mortificato, passando tra le rise insoffocabili di coloro,
   starnazzanti una addosso all'altra.
quindi, inginocchiandosi ai piedi della equivoca badessa
se ne appellava alla risibile compassione
mentre i nervetti instabili della memoria
gli riportavano sul volto di quella i tratti della madre
(tra una testa e l'altra s'era stabilito un campo di voglie sboccate e di
spifferi negli occhi forati tra gli schizzi delle bave).
così, brancolando contro i muri o abbracciando l'aria,
vedresti compiersi la serie degli inutili gesti interrogativi
per cui si chiede l'inaudito responso
nonostante il quale si proverà a sedere e riflettere
senza tuttavia considerare l'autosufficienza del rettile
e la finale conclusione sbalorditiva
circa l'assoggettamento della volontà ai mezzi per realizzarla.
incontrò quindi, nell'ordine:
    sponda del letto poltrona
 per la lettura del giornale prima di pranzo
   seggiola impagliata
   tavolino contro il muro
tutto quello che un tempo conobbe come la metodicità
e la cosa inconoscibile presentata come concetto.
allora trasportò in superficie mentale la propria commozione
e nacque l'arte dell'attore, che dimostrava definitivamente
essere uno scandalo che la società si fondasse ancora sul tavolo e la
       [sedia

avendo rifiutato l'acquattamento della blatta.
ecco allora l'apologo:
tenevo un pidocchietto gelosamente affidatomi a grufolare tra la forfora
del mio testone finché non gli dissi: amico mio, dato che, come
sembra, la nostra convivenza si fa ogni giorno più deprecabile,
consideriamo pure con gioia l'aver superato i secoli fino al XX, in cui
frollarono definitivamente le macerie mentali. à Verdun: si le sang
sentait la merde je dois être grièvement blessé. ora però dovremmo
andarcene, visto che nessuno ci piglia sul serio. invece ti dirò:
rimaniamo pure a vedere le mortificate pupe che dovremo, ohibò,
ritrovarci.

Paralogismata V

si domandò perché mai si seguitasse a giocare a calcetto
quando si era già accettato di orientarsi sotto il proprio segno zodiacale
o anche indugiare, benissimo! - ma non altro che gesto figurato
mentre qualcosa rumoreggia sempre dietro i lobi
non arrivando mai tuttavia oltre le tempie.
che cosa intanto avvenga non si riesce a sapere
se non dal lamentoso snocciolamento di querimonie
che non da altro che dal disagio del freddo
o da qualcosa che se pure fosse, in realtà,
troveremmo, con sorpresa, priva del suo immediato motivo
e il valore incentivo non ad altro ridursi che a causa occasionale
dove ésprit géométrique e de finesse non avrebbero che farci
trattandosi semplicemente dello strano sincretismo del poltergeist.

Paralogismata VI

si fa, poietai, non nascitur, come si propone -
perché certamente tutto è nell'intendimento operante
dico nell'intendimento del dato, alla sua cattura
dopo che hai perseguito le frustrate mire
nella coscienza del - nella libido cuncta supercilio movens,
dove la carrozza molleggia e par persona
dove tetti pacati e duomi e guglie e rifiuti
crogiolati nello scoscendimento mentale, nelle balze e i rattoppi
  - senza riposo la continuità del tutto organico
solo temporale, interrotta dall'effetto dei numeri immaginari,
nel segno di iato, la radice permette lo sviluppo
del singolo coefficiente e dell'intera infiorescenza
non importa fino a -
   nel silenzio succeduto.

Paralogismata VII

allora Ninì presenta la sua faccia di gattona
rabbuiata da qualcosa di cui mi si tiene all'oscuro
mentre c'è chi va via con gli occhi in tralice sulle tempie
tacendo dignitosamente le farfalle i fili di lappa
che vomiterà alla prima fermata.
   così dunque non siamo accessibili

dall'ininterrotto cantare altrui: XEXtOtOV, ago~§v, £~§0
di cui si tace perché sarebbe troppo facile.
e chi mai ha pensato alle nuvole che vide un pomeriggio la mia balia
o all'osso che ora un cane annusa a Shangai
per le quali cose non esiste determinazione razionale
insieme al circostante momento circostanziale.
solo che, alzandomi, urtai nell'incomparabile nondetto.

Paralogismata VIII

giema laziosa dalla testa di grossi topazi
verga il giallo umore su fogli dimenticati
è il punto. avvertiamo dunque il contrappeso occipitale
dove non è che luca, o anche tuttavia anzi - ah! -
e si arrovescia per riprendersi alle spalle il proprio spirito o cercare
ispirazione a ricomporlo (seguiamo fatti e cose senza alcuna coscienza:
un istante di silenzio lo stimolo e una sua eco, o noi).
ecco come anche la teoria della Gestalt
per cui un helmstahl dalle fredde correnti
ci viene dato per la proliferazione della volontà
pur restando intatti i corimbi noumenici
laddove dal centro del determinismo rampolla la dialettica
quale nuovo umore, superata l'origine degli strumenti
      musicali
la fondazione del tamburo e lo strepito delle crotole,
dove il toro salta rombando all'ascesi murale
e gli stiliti Pacomio, Macario e Pafnuzio
trasportati dalle medesime voglie che avevano da ragazzi.
ciò ch'è buono a spiegare i crolli in borsa e i rialzi,
gli infortuni, gli infarti e gli incidenti stradali
concorrerebbe in misura non certo esigua
alla folle edificazione della palingenesi.
ripetiamo antichissime scene mute e ripudiamo baccanali ed esorcismi
per der luogo al giusto mezzo di chi assegna la follia e:
- che t'importa di quella puttana? - chiede furibonda
(dato ch'è a lei cui, in verità, sembra che importi)
e mamma balena levitante sull'olio finge di distrarsi
per dare agio ai colombi di tubare astiosi;
fu quindi data lettura del bollettino a gente cui non poteva interessare
e tuttavia ne restò atterrita e da parte di altri si trovò comico
il fatto che l'autore constatava intanto la bontà del sacrilegio
...vivere sempre piùù... così gridato all'impazzata.

Paralogismata IX

se le risate folli nascono dalle palpebre cerebrali
e non è che fastidio il folle amore
una volta ravvicinato alla specola volitiva e,
qual nova salamandra al mondo, commette l'errore scandito
sulla tenacia mentale altrimenti detta ostinazione,
stante la condanna che poté ridurre i rettili ad aderire
sotto il piedino calcolato, la giunta versata
nelle infinitesime regioni del controllo
- dove si può sempre porre al vertice il semovente
che non riceva soffio che da se stesso. ma già!
il da-sein pone il quesito se, ad esempio, possa prescindersi
dalla inevitabile presenza circostante
perché, si dice, è il primo dato di fatto inderogabile
e il ragionamento si pone semmai come inferenza
infatti proviamo a rifare la storia dalle dita
e troveremo che s'incomincia dall'ansietà delle mani,
il primo nesso, dal quale finanche la sintesi a priori
che non fu che fraintendimento del gesto;
e fondiamo pure la lieta metafora della malizia
finché l'occhio erroneamente chiamato interiore lo permetta
e consenta la condizionata quiete del conoscibile
intanto che l'orchestrazione conceda l'isolamento -
così il distacco dal centro nervoso fu possibile solo per
      abbaglio
dimenticandosi poi tutti di porre in fornace le crete
e ritenendo la volizione il principio della logica.
così pure per la questione del divertimento...

Paralogismata X

la mano s'inerpicò non sorretta dalla simultaneità ambientale
   - ecco la musicale rottura di coglioni
nella quale ora riconosco oh! oh! Susanna,
  oh! don't you cry for me.
la piccioncina dai denti cariati esce dalla casina civettuola
    e in mano ha un cestellino
   di fresche frutta e fior,
camminerà pimpante fino ad ammosciarsi
(non è possibile sostenersi così tutto il tempo del giretto)
ma l'elemento solido resta la casalinga cuffia della sorellina
  perché la mano si organizza
  e non si beve più succo di pompelmo
il rosolio nella cristalliera ha sostituito un lieve pannicolo
polveroso alla tensione molecolare di superficie -
  potrà poi anche piovere
  (e, che dice la pioggerellina
  che picchia argentina?)
  e allora metterebbero calze pesanti
finché ci sarà un bel pomeriggio lavato
 con gli alberi verdi
 i tetti rossi
 il sole nei vetri -
oh, anche l'arcobaleno e la ragnatela!

Paralogismata XI

chi cerca l'illusione -
chi cerca l'illusione -
sciocchezze morte appena ne scoprivi una in viso -
   padre del ciel,
levai lo sguardo a interrogare
  il senza peso, consistenza, eccetera -
riportando sull'equazione la carica degli esponenti luminosi
sul lindore dell'altare, al tenue pallore dei ceri
la grande navata marmairei de megas
  brucia il tripode d'aromates
tutto per chi cerca l'illusione.
   chi cerca l'illusione
chi cerca l'illusione
 sente al fiuto il prete, il nobile, l'attore
che sul punto di morte rifiuterai stancato
  con lo stesso ritrarti
cose per te cose - chi cerca l'ill...
   - ohimé la mia testa!
in perdizione migra l'urto dell'uccelliera
   unguento della continuità
  bene dell'immanenza
e così per secoli e miglia.
   ci ritroviamo ad occhi aperti
sul letto degli uomini del cinquemila
a sognare a turno sotto la morfina
sotto enormi bolle incubatrici
   gli ultimi occhi della terra
avant qu'elle soit dispersée
le prospettive silenziose offrendo il mirabile diorama
(purché non ci deluda, come la profonda dimensione
     scoperto?
    con? a? per?
   in, evidentemente, ancora)
e riluttanti ritraiamo la lingua dallo sguaio
lacerati dalla fitte delle pulci, disgustati dal fetore capronico.
sono soltanto i troppo giovani ancora così folli
da sperare la non fuoruscita dal liquido elemento
la materna conservazione della scatola contro il rovescio delle cose e,
meglio ancora che il letto di morfina,
consentiamo alla misteriosa lusinga circa i corpi destri e sinistri,
l'inverso del circolo e la successione dei numeri
che potrebbero anche cifrare camere d'albergo dispari e pari,
tutte le linee curve dell'universo e, senza guardare tanto lontano,
   chi cerca l'illusione, buondìo,
si rifaccia pure alle cose che ha visto senza conoscere e,
   chi cerca l'illusione, vivaddìo,
è come se cercasse di consolarsi mais il n'y aurait pas de -tuoi,
       considerato
il plenilunio delle mogli e nonostante l'implosiva potenza sessuale
sprizzando il seme in vitro e son ésprit heroique -
     fermiamoci là
almon - done - ssu - naa
    càspita!
  davvero non c'è che in!

Paralogismata XII

oh! certamente deve ottenersi una liquefazione della meninge
entro cui beneficiare del fiotto contro le mostruosità, le incompiutezze!
l'inquietudine è virtù soggetta dei martiri
in cui si serba fede soltanto a una congiuntura temporale -
un istante di grazia, di forza, o l'ira del forte.
ritrovai il sonno per destinazione. non chiederò.
ecco allora la struttura traballare con pietà
fino alle estreme chiavarde che si scardinarono
lasciandosi disseccare intorno scorie di friabile terra.
allora si gridò ch'era stato scoperto il petrolio
e fu questo lo scherno maggiore alla gioia circostante.
ora, anche se traspare, l'apologo schianta,
favorito, in questo, dall'urlo del succubo proteiforme:
resta l'allegria del reato commesso, le compromissioni, i sotterfugi
che serviranno a creare le cariche sotto le mete prossime
e tutto il cumulo gnostico incrostatosi in secoli di lavorio:
non conterebbe neppure l'abulica pestilenza
passeggiatrice dinoccolata tra i rigagnoli e gli spurghi del senso
       [compiuto.
ancora per poco sarò un ultimo patetico donchisciotte della metafisica
poi lascerò che si apra la chiusa delle agenzie e dei giornali
che mi farò portare mattina e pomeriggio -
    tutto scoperto e spifferato!
e allora, incidendo le volizioni e i dispacci della borsa
rizzerò i peli, farò l'istrice, il demonietto,
salterò tra quelle cosce nude, in mezzo ai tronchi delle mutile
   rataplan-plan-plan
e tornerò all'interiezione.

Paralogismata XIII

tutto si realizzò nel formicolìo dell'arto.
  le cose lasciarono cadere
i nessi e le sofisticherie: mai l'aporia del barbiere ebbe meno
       [significato.
tempestavano le quistioni intorno ai nomi ma non se ne lasciò
       [corrompere.
dopo essersi indotto allo studio dei sortilegi, dei segnacoli, dei
       [pentacoli,
contrasse l'asma in spiare suffumigi e carmi -
  l'intera faccenda traballò nella singultazione
tra il disappunto dello sperimento non riuscito finché non fu
       [domandato:
 - forseché allora? -
    eh! eh! eh!
   segnacolando allora forse
  sulla filza della boia
   della boia
    della bola
     rotolaaa,
   come un barattolo rotola
  rotola quella barotola   (quindi
fischio della marcia reale eseguito con due dita in bocca e
    F I N E)

Poemi per Documento - Sud I

prima dei verdi tracomi sotterranei degli antropofaghi ritornati
prima di cedere alla sottonatante continuità degli ippopotami
e la nera enorme pupilla si trattenga appena nella palpebra
(mentre il musetto rosicchia qualcosa di duro e immangiabile)
titillanti satelliti raggiungono l'afelio d'innumerevoli orbite
e il convesso del video trasmette molte terga di persone
allontanantisi verso la caduta a ombrello
(o anche, e non si sa se sia peggio, per superficie a sella)
da quando, pieno il cerèbro di scurrili e indigeste dicerìe,
finimmo col non capire la giovane gigantessa
arrovesciata sulle enormi cosce
per i nuovi insperati natali del camaleonte.

Poemi per Documento - Sud II

dice il pirata a tale deciso a diventare assassino:
- anche tu, ora, - dice - una creatura umana! -
il cervello elettronico segnalò l'impossibilità di formulare una virgola
       [comica
mentre, da qualche parte dove ci si muova,
la narice di una donna disperatamente aggrappata
si modula sulla guancia in un breve fremito e...

Poemi per Documento - Sud III

maestra dei falsi suoni, coscienza - una poemessa sostenuta
scali alle tese quote (ed incerti velivoli innominabili)
forse un poco bislacca, ma dal preciso riferimento
    uno scoglio o la stella.
come ruzzoli dietro l'allontanata eco.
   o maestra dei falsi suoni,
per ostaggi di catecumeni, nei puberi meati
    irresoluta vittima scoscende
alla rupe, verso il palcoscenico della storia
   come i fatti taciuti
e quelli non sospettati.
    o maestra dei suoni falsi,
ai tuoi violini non resta che la felicità
l'essere e il sotteso uragano di timpani accompagna
e invade il mestiere invocato dal folle
   dove (si badi, è un lapsus)
si strozza l'indesiderato compimento del gesto
 avendo compreso la quadratura del circolo
e l'infranto destino,
    poi che ci hai reso edotti
dell'inutile esergo
  fino alla diversa focalità speculare

Poemi per Documento - Sud IV

ed ora, brancolando nei vocabolari per oblique significazioni,
le prime volte, ma con gli occhi già pieni di limo
la mollizie li tenta, fiorisce la mandragola
e, tu, amore - siete fatalista?
Maurice schiacciò la sigaretta consumata a metà
in un portacenere sulla scrivania.
(per creare un po' di scena e prendere coscienza mediante un primo
       [piano).
oppure: il avala/le cuirassé - scalza come una prostituta
     vinci gli eroi coronati
sollevi gli appiattimenti, i contrasti, le malevoglie;
schernisci il pianto, raggeli l'impulso:
inspiegabilmente, rovina il tempo a settentrione
      ecc. ecc.

Poemi per Documento - Sud V
intactui inane

perché l'effettualità si compendia nelle condizionali volute
     fin dove tutto è altro
per l'implicazione del furente e dell'abulico
    dove facilmente si passa
  (che cosa è dire?)
dove l'elusivo possesso si concede l'interrogazione preludiante al
ivi il congiuntivo e lo smaglio di trame infinitesimali/vacuum
       [sui.
si scruta il segno imponderabile, il vizio formale
   disarticolato in paratattici ritorni
rileva l'inefficienza
...perché non muova foglia
    dell'atto semantico
(è sospetto il perché, dato che è comunque possibile -
estremi gesti del robot - guardarci dentro)
il lancinante bagliore dissolve l'incombenza solidificante
ripudio del limbo - oh, sensibili schermi! - automatico
dove la dialettica non conservi noi mutanti fino al

Poemi per Documento - Sud VI

il pettorale sollievo - ah! - esalato
   (oltre la bifora, i campi)
dall'angusto ricettacolo e le piaghe da decubito
non impiegate hélas! - in allegoria.
    per l'irrealtà del numero
si ritrovano ruote, un semovente ingranaggio su ciglio della
      [carovaniera
da parte dell'accigliato occhio della meraviglia.
    un muro, un motivo fallito
una caduta oltre il mito
  tutta la mentalità, anche corroborante,
il rarefatto frastuono dei brevi apologhi
   nel salterio molto maneggiato
da cui ricavare la propria dimensione storica
al margine occhiuto, o silenzio,
   nel tuo sepolcro depongo
    muta penna, stanca mano

Poemi per Documento - Sud VII

poiché dunque lo stronzo monaco ha gocciolato un suo rancido metallo
destandoci, poniamoci pure qualche serio quesito,
su chi sia, per esempio, la mamma del sole e
quale il giorno dello spirito, of the mind,
o, ancora, come si faccia a vedere col pensiero.
già, perché abbiamo accettato innumerevoli dati di fatto
non si sa come e tuttavia amiamo le donne le lucciole e le lanterne,
conserviamo pidocchi come rarità, isoliamo i nonsensi
e, affinché sia possibile prevedere il cattivo e il bel tempo
sorvoliamo sulla cartomanzia e componiamo cartoni animati
nonostante per ogni cosa si sia inventato un universo di discorso con
      [sue accezioni
e giaccia in Arabia una valletta amena
  dove fu smarrita la chiave di AUR

Mariae Palliggiano

Vexilla picta prodeunt,
ficti patet misterium
quo carne umbrarum conditrix
adfixit se patibulo.

Confixit telis viscera
praebens mundi vestigia
sed viva tristi funere
hic immolata est hostia.

Quae vulnerata est insuper
rerum mucrone impervio
nece madente ut ebria
manavit oleo et sanguine.

Impleta sunt quae concinit
quidam fideli carmine
matrem dicendo artificis
blasphema lingua lugere.
Telae decorae et nitidae
ornatae extrema purpura
electae digno stipite
tam viva membra fingere,

beatae quarum cortice
pretium defertur temporis,
cruente factae corporis,
praedam tulerunt paterae.

Opus relatum visui
totum complectens paululo,
iucundum fructu fertili
plaudis triumpho nobili.

Eia, salvete sindones,
de passionis gloria
qua vita mortem pertulit
et morte vitam protulit

Hymnus Paraphrasticus

Pange lingua copiosi
 corporis negotium,
 operisque pretiosi
 quod in facti pretium
 studii fructus generosi
 patet visui omnium.

Nobis ratum, nobis latum
 ex intacto limine,
 et in mundo conversatum,
 fracto verbi semine,
 suo more reformatum
 novo clausit ordine.

In suprema charta plene
 aperit sodalibus
 auctor modo suae
 venae rite in confectionibus;
 mundi fragmina quis bene
 tradidit operibus.

Saxum signum, librum verum
 specie litterae efficit:
 fitque scida signum merum
 etsi ratio deficit,
 ad firmandum cor sincerum
 visus tactus sufficit.

Tantum ergo documentum
 intuemur ardui
 et anticum documentum
 novo cedit rifui:
 praestent sensus supplementum
 mentis et defectui.
   (1973)


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