VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Mario Luzi

   
 

1. Interminabilmente in contumacia

 
Piace ai compari responsabili della buona causa
mutare un po’ di sede
venire dai banati
puntualmente alle assise e, sia ben chiaro, alle agapi
massicci, non per questo meno perfetti acrobati
nei difficili esercizi
d’equilibrio ad alta quota,
attendere in fila sul molo
le visita guidata dell’incrociatore Aurora,
non omettere altre devozioni, incluso,
chi sa mai, un discreto
pellegrinaggio all’altra Bethlem rossa Gori. Piace molto.

O dispiace troppo a te la lettera e la forma,

immancabile rimasuglio del fuoco
dove un attimo rifulse – farfuglia
da sotto una crosta d’acqua e sale
la mai dispersa voce sottomarina con cui parla
di là dalla scrittura l’apostolo – non lui
lo spirito che opera
la consumazione del mondo, lo opera
per forza della sua origine continua. E mi fa indulgere,
indulgere paziente su questo.

Qualcuno nelle more del lungo viaggio tartaro

confonde i tempi, vocifera
di lei ben chiusa all’interno
della sua casa sibillina, da alcuni data per morta e altro.
“Distogli la mente, scrollati
la dura fascinazione dell’autocrate,”
starebbe a me di esortarlo
non fossi preso io stesso dal miraggio, soggiogato
     / dall’enigma.
“Dissolvi quell’incubo,
annega quell’idea fissa”,
mi sforzo invano di dirgli
agitandomi nell’intontita veglia
non meno che in un sonno subdolo infuso con arte.
È già insensibilmente anche io la penso,
muta, che dietro le sue muraglie canta
il suo potere interminabile, la sua
infinita impotenza e solitudine
tra cielo e terra, da epoca a epoca versando quel filtro.

(Da Al fuoco della controversia) 

2. In fuga su quel cristallo

In fuga su quel cristallo,
di passata su quel cielo
che il viso ne rimanda-
così tagliano il vento
e la febbre del crocicchio.
Brucia, una, profonde
offerta e desiderio,
l’accortezza presente la consuma
tutta compiutamente.
Affonda l’altra nel tuo
Uno sguardo divagante,
ti mette a parte
d’un male
antico che neppure lai conosce
e porta come retaggio,
come retaggio tramanda.

Due lampi – una sola vampa ? 

(Da Per il battesimo dei nostri frammenti) 

3. Quale riposo? Quale pietra 

Quale riposo? Quale pietra

Su cui posare il capo ? Niente,
non c’è quella pietra, non c’è luogo
alcuno in cui tu possa stare. Devi
essere. Essere sempre
e anche solo per questo
anima e corpo indefettibilmente ardere –
gli dicono sfacendosi
le caverne del sonno
in cui cercava asilo,
gli si commutarono in fiamme.
E lui non si compone
come vorrebbe, non ancora,
“fino a quando, padre mio,
rispondimi” – o è solo il mio miserabile dialetto
e lui risplende
disseminato e sparso nella moltitudine del mondo-
come sale? – come sale e come sangue.

(Da Per il battesimo dei nostri frammenti)


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