VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Giorgio Gazzolo

   
Radio portatile
Giardini pubblici
Giuramento
La cattiva abitudine
Sera
Davanti
Credo
Avemaria
Salveregina
Pater Noster
Angelo di Dio


Radio portatile

Vane vocali
in vaste tiritere
mi traduce lontano
verso i limiti smorti
dove i più falsi specchi
riflettono al mio passare
ben poco dignitoso cavaliere.
 

2. Giardini pubblici

Una statua di bronzo
logorata dal tempo
dimenticata e immobile a fatica,
non fosse il ricordare:
percorrevamo vicoli e viottoli,
raramente in pubblico.
Nascondevamo il manto adorno
dei nostri brevi amori.
 
 
Giuramento

Non penserei di scherzare
nemmeno per un attimo
sulla tua gaia fronte
o sulle grazie minuziose
del tuo seno. Semmai un pianto
per una come te
che passa accanto
e sorride, nascondendo
in sottili moine
il peso di una storia, il dolore
d’essere nata un giorno
in cui non c’era sole.

La cattiva abitudine

La cattiva abitudine
che s’è infilata di soppiatto
nel mormorio dei giorni.
Ormai non più temuta
anzi, col passare degli anni,
quasi un’amica.

Sera

Fra poco suonerà il telefono
una luce serena allunga i minuti
allontana nel regno
di un quieto rotolare:
affievolirsi il corpo
sulle incerte magie del farsi notte
e volare, la mente ben lontana.

Davanti

La vita picchiettata
di continui ritorni:
ai romanzi già letti
al sorriso di lontane figure
come apparir di ombre nella nebbia.
Un rimanente incerto
che si applica ai margini sgualciti
di ricordi pressati
in paginette stanche.
Un regalo probabile
due, tre decine d’anni
riserva oggetti inutili
nel pregio – almeno - di chiarirsi,
di srotolarsi quietamente.
 

Credo

Credo in diopadre onnipotente
e che abbia fatto
l’Universo accetto.
E se dovesse un giorno giudicarmi
sa che accontento la gola
diserto i letti delle Damefacili
onoro il padre dei vizi
l’ozio e la madre sua consensuale
la sorella pigrizia.
Non ho ammazzato mai
né sverginato a forza.
Da qualche tempo poi
(salvo piccole cose)
evito di rubare.
E gesucristo suo unico figliolo
un giorno (da me) rimesso in croce
con pazienza, vinavil e chiodini
visto che s’era rotto
cadendo a terra.
Alla resurrezione della carne
non rivolgo il pensiero, distratto
come sono dal volo delle rondini.

Avemaria

Non ho foto di te
Geronzi Mariagrazia piena
di ambigui sorrisi:
sei stata benedetta
fra le donne
che in quei tempi
alzavano al cielo
indici e pollici
a forma di fica.
Ora - dopo trent’anni –
il tuo seno è stanco
e i capelli grigi ti sfilano
sul volto un’incertezza.
Se preghi prega per me
peccatore perché
nell’ora della (nostra) morte
sospiri un “amen”
più dignitoso possibile.
 

Salveregina

In via Viviani al 17 rosso
Regina di misericordie
eri madre dei nostri
brevi incerti amori.
Rivolgi illos tuos
occhi non mai severi
a noi gementi
a noi piangenti, adesso
che non serve. E tu che lo sapevi
avvocata nostra
ci permettevi umide vittorie
in modo che ricordo
di tante donne conosciute
almeno uno
rimanesse regalmente
pervaso di te
e da un sorriso.
 

Pater Noster

Padrenostro grigioverde
riferimento corpulento
o nebbioso, ma inevitabile.
Padre sassofonista, padre
uccisore. Padre che torna a casa
dopo il derby.
Padre che sei nei cieli
più impensati
nei grattacieli, impiegato
introvabile mai pronto
se occorresse, eppure
onnipresente, di legno,
santificato (malamente)
esagerato pane quotidiano.
Che non venga il tuo regno
per altrui volontà,
e non liberarmi dal male
se il prezzo è troppo alto.
 

Angelo di Dio

Statuetta in sacrestia
angelodidio
che mi sei stato custode,
secondino, delatore,
in non poche circostanze,
o forse suggeritore
caparbio di fatiche
per l’anima,
pilota capriccioso
di continue virate…
Adesso infine
òccupati di un vecchio,
ritrovami e sollevami,
nel silenzio voliamo
delle tue piume secche,
contro le nubi il vuoto
del tuo sorriso
di terracotta spenta.


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