VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo




Sans passion il n'y a pas d'art

Calamus
Almanacco di poesia



Antonino Contiliano

 
Bertolt
Civitas dei
Esilio 97
Indios-rap
Evento lucreziano
Il viandante, il mirto e le rose
Foremi
Distanza
Per quattro stagioni
Erranza
Il taglio
L'eternità del congedo
Il Tempo del poeta
Lo stupore del tempo

1. Bertolt
a M. C. C.

Bertolt, anche la ballata, blues
jazz e rock per ogni disperato
ha perso i suoi danzatori, il canto
delle piantagioni del cielo s'è spento
e fotone fossile muove ai confini dove
l'aritmia caosmica è nucleare fornace.

Per  decreto di pulizia etnica
il debito infinito delle pene sofferte
è stato decapitato per sommaria esecuzione
dei masnadieri al grido postmoderno.

Nel tempo delle ricchezze immateriali
anche l'azione della parola sovversiva
è un capo d'accusa che si sconta come furto
e carico d'impegno senza delega abolito.

Minerale il silenzio viva corrente
sborda nei galeoni spaziali il debito
capitale del decesso delle ideologie
e gli avventurieri che nutriamo d'obbligo
in fuga all'universo affidano la dimenticanza.

A chi il castigo dei delitti consacrati
Bertolt, se gli aironi incolpevoli colpevoli
non aleggiano più sulle rovine alla deriva
e l'anima si spegne anche del tizzone?

Chi paga, Bertolt, la strage degli Abeli
nelle guerre della pace che non si vuole
dei barboni fra le discariche radioattive
la fame di stelle senza più memoria
se fotonico il vento per diktat dilegua
il loro lamento di rugiade luminose sospese
in viaggio per una dimora degli eguali?

Per i conti che non tornano e nessuno paga
Brecht, per l'asta fallimentare del tribunale
popolare e medievale gogna di modale look
per dio
allora l'ebbrezza ubriaca della poesia inutile
e ancora la guerriglia dei sentieri luminosi
i suoni stonati delle tue ballate dissacranti!

15.2.98

2. Civitas dei

C’è un’area (di) sinistra intorno
e con dei grazia governa la civitas
timonieri virando tutto a destra
e d’extra ogni giorno una diaria
con estro esibisce IVA in testa.

I vitelli dei romani sono belli
dice la destra diva, è per questo
che le mani metto ai fornelli:
(è l’altra faccia dell'augusto dono)
i sinistri si schi(a)vano non s'addebitano,
si contano, scontano, dis-ontano, raccontano
e clamore grazia more  piano si esclama! che
suonata nel pi-ano.

Quelli, i destri l'arresto non perdonano,
del resto che ti costa questo incesto
è ormai solo della partita il resto,
il rossore a diventare cenere fa presto.

3. Esilio 97

…desdichado questo kairós è il transito
il guado del tempo che adombra luna
e delle veglie la soglia sui bordi dei petali
dove la vita àncora in sosta le onde

non è della morte l'odore dei sogni
o il respiro senza frontiere del deserto

in cammino della luce conosce l'esilio
il gioco con la penombra del tramonto
e dell'assenza ascolta danza  il martello
che ondeggia sui rossi suoni del mare
quando anemone del cielo quasar il collasso
esplode i gemiti della Rosa dell’Alba
questo silenzio azzurro dei sentieri luminosi
questo arcobaleno che si sventaglia carezze
ora siderei desideri febbre della bocca
follia ebbra di brezza e carne di nubi
come una guerriglia dalla memoria anadiomene

così la terra della mia casa ora così viaggio osa
osa così deliriche le corde della piazza telematica
con l’arco onirico del bi-sogno della veglia
e dell’impegno la sonda pubblica della logica
e dell’azione cala nell’agorà del cyberspazio
per non morire sulle vie elettroniche la vita
e cullare nel pugno la seduzione del canto
le raffiche non virtuali delle stelle insonni
come dita che sparano para-sitos il deraglio
e le scene oscene dell'odiens lapidario stupidario

Marzo’98

4. Indios-rap

quando i boschi si diradano alluvionati
e il cielo piange gli acidi della serra
e deserto umano le città sputano
barboni e mangiate di accattoni
e il mare oscura il canto della luna
e gli scogli gridano la stanchezza
e i fiumi fanno silenzio sulle sponde
e le cime règgae tra-montano la terra
d-anzando con il dolore degli indios
versato con i mandati bancari e gli uragani
e jazz gridato planano di contrazione
e scambi liberisti saccheggiano liberi
i poveri già schiavi  per fame
e rapine slam tradiscono il mio Sud
e il vento è skylab di slang
e le spighe delirio di Van Gogh
fioriscono i campi di azzurro
e i confini dell'universo sparano
righe rughe finiti infiniti e foglie
gorgogliano di dissolvenza soglie faglie
dimore d'urti nel grido degli alberi  

liriche rivoluzioni ragno vorrei con-ficcare
rap danzatore con il cuore terragno
e abbracciarti come un'antica canzone
per non morire come un poeta
senza sogni sulla schiena del viaggio
sospeso tra una mansarda e un filare di stelle
attaccato al jolly del silenzio cellulare
e mettere di mille croci nodose le dita
sventagliate sul cimitero degli oppressi
e eternamente cantare la libertà liberare
libare spighe e arare canti d'uccelli
sempre la stessa preghiera non credente
tinta di cieli seppure non più vergini

5. Evento lucreziano
 
Da-sein tantum paulum
suave
“incerto tempore, incertisque locis”
dove la con-tingenza del vuoto
virtuale è infinito intrattenimento
e la fragranza delle righe della vita
sapore
miscela di atomi ed alfabeti sonori
nel giardino eventi farfalla
noise di costellazioni in gioco.

Sett.'97

6. Il viandante, il mirto e le rose

...per te che dall’incanto attraversi i giochi del fuoco
non so dirti del fiume i passi sui bordi
quanto delle dimore la vaghezza s’è distesa
per chiudere le dita sulle tue ali di donna
e di leggerezza bere alle cascate dei tuoi fianchi

main-tenant
.soglie, collassi di quasar fly by  criniere di nuvole
l'assenza dei sogni nel cielo delle mani
qui dove le farfalle vibrano decolli
e l'arabo dell'erranza de-serto di tempo
maroso sulle dune della tua pelle
sgola l'esilio della luna e degli altrovi
navigando l'oblò delle carezze foulard
e le turbolenze come se tu ed io
risonanze magnetiche nucleari
insequenze
campi d'onde vuoti quantici soleil
esplodiamo pulsar canti di danza
dove lo stupore è dissolvenza di fotoni

lascia i tuoi capelli alla fluenza del vento
il silenzio è l'attesa della presenza
bi-sogno di gesti e suoni dell'indicibile
che sorride dalla memoria della carne
ora che il volto è oriente e sipario

l’appartenenza
                      è una partenza
                                              senza sosta
lungo i pensieri senza ponte e gli adeli delle pieghe
dove sorgente i tuoi seni di mare è navigare esodi
e la sciarpa dei venti ti tocca sentiero di aurore

aspettarti al bivio dell’alea è stato non morir di futuro

marzo '96

7. Foremi

Il mio tramonto veda è montarti sceso tra
il crespo della memoria e il mare sempre
dove l'insonnia ondeggia nuance il partire
stupore d'ala planato sulle risacche ancora.

La città dei desideri brucia ombre collinari
che aspettano il passo all'ingresso dei fianchi
 dove il viaggio oltre invera albe esplose
e la tua ferita spara luce dal buco nero tunnel.

L'anca della luna sulla tua pelle d'estate
non è cosi floue come il respiro poroso
quando il sole ascolta incredibile cielo
questa pioggia acida di perle nere diaspora.

Se potessi afferrare questo glucore impastarlo
in fuga per gli spazi rosso morente Doppler
ti farei doni ponte canto arcobaleno bacio
per foremi tra sonno e veglia un'amaca sgrido.

Dimmi se aggrappandoci al respiro rondine
ora sinfonia dissonante di tangenti dis?umane
ittiti e figli delle nubi scivoliamo erranze
e peschiamo multiversum il tempo seme quantico.

8. Distanza

Un solo tempo per voi amanti, allora
un luogo solo vi scrive viandanti:
lo stupore della carne straniera
che si fa luce con pugni di carezze
e infedeltà del canto deborda canneto
insonnie contingenza mani di delirio.

La vostra corsa non è sete d'orizzonte
che fonde cielo e terra e mare approdo
ma il brusio collisioni vaganti vaghezza
dorrniveglia di tracce nella notte esilio
che non saranno più dove pose il piede
il giorno vestito sentieri d'onde tuffate.

All'appuntamento è la lontananza ferita
che vi chiama folli della perdita lunare
dove il desiderio ospite della nudità a?more
profumo corre al polline del fiume vortice
verso il suo svanire che è apparire deriva
oradove ride il sogno arcobaleni esplosi.

Qui è leggerezza questa seduzione della bocca
gioco di verità spostate dal distacco
tra?monti di farfalle sui balzi della pelle
quando sguardi planano volti di brezza
lungo questi fianchi gialli di sole sonar
curve di morbidi respiri e vento di gole.

Gennaio 1991
 

9. Per quattro stagioni

Per quattro stagioni i tuoi colli
questi angoli di contingenza spirale
e gli spazi irrigati di conchiglie
chiglie di luce gioco d'albedi ubriaco
luminoso hasard di
e sempre sgolato il nome fra i campi.

Di mimose sorsi di cielo
floue di danza dal tuo fiume
sgorga nel mio tempo d'autunno
delle singolarità nascoste orizzonte
per le piste e i bordi dell'insonnia.

Il cammino collinare elica overdose
dove coniugati i declini della bocca
al vento del mio morirti dentro anemone
non so dove spara fusi orari urli
nell'estate risacche della memoria.

Come in un nucleare d'inverno
del tempo lacerazione collasso
dall'onda del mare bianco tepore
l'universo magnetica risonanza
scirocco arabo della tua carne
questa odorosa intermittenza del caso.

Fiammiferi i neutroni spaccano
il cuore della massa in delirio
e l'espansione bucata del silenzio
è solitudine ai confini della morte
quando la navigazione delle nube salpa
e non sai dove alzerà un altro albero.

1992

10. Erranza

Appesi squarci le nuvole vuoti quantici
schiudono della luna, le cave del sole
e cascate ci raccontiamo frammenti
ora che scrosci d'acqua la solitudine
lavano dopo l'abbraccio dei sogni
e le danze delle carezze sulla carne.
Qui il periscopio della memoria
naviga i congedi degli spazi
e il de?serto taglio del tempo
ci cattura seduzione di leggerezza.
Trasbordo crepaccio di cielo
le cicatrici temporali, le ferite del silenzio
incidono radioattiva la contingenza
nella geometria degli alberi e dei cristalli
come un sogno congelato della turbolenza.
Isotopo il decadimento luminescenza
fra le onde discrete ali d'alea altrove
svela sound l'essere toccata e fuga
sugli archi di questo autunno alla finestra
dove la terra germoglia altre farfalle
per dire inafferrabile il viaggio, l'erranza.
 

11. Il taglio
a Eugenio Bruno

e per antico amore conico punto
il calore della luce si distende
collide rappresi fotoni fonici
si congeda e periscopio gioca
sotto l'ombrello dei racconti
dove si scancellano le frontiere
e bolle temporali baciano bianche fonti

la moquette dello spazio succhiata
dalle cave di materia s'incurva d'onde
e indio Eu?genio miscela squarci d'alghe
squarci di sole dal mare degli elettroni
i pennelli fluidi delle ceneri luminose
l'eternità il tempo inifinitamente veloce
il tempo l'eternità turbinosamente rallenty
ancora sulle dune dei tuoi fianchi tramani
e cascate di vento dalla cerniera dei bordi
quel giorno scarrozzavo le ancore
fra i fossili delle distanze T. con zero
con il desiderio bi?sogno e i sogni
raschiavo di pace nella febbre dei colori
lasciata dalle ferite oblique...

il taglio
e le guerre elettroniche videosimulate
puntano le selle della danza e sparano
lacerano i giochi degli arcobaleni senza parola
e cadono ... a r c h i iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii...

mancano le mimose dei seni angolari del blu
per offrire ali dove le farfalle non nascono
e le primavere geostazionano crisalidi
nell'abbaiare dei cani alla luna sotto la distanza

il resto è silenzio infrarosso e sospetto
ombra secondina che s'immerge fra gli eventi
le tangenti della contingenza
le sponde del punto
de?cisione in-cisione
 rischio
 

12. L'eternità del congedo

Oggi l'eternità ha preso congedo
e universi altri di astronavi pulsar
il suo tempio fuso giace col tempo
dentro singhiozzi di soglia amaranto
disseminata carezza sulla nudità floue
declinata dalle dita frammento di sogni:
turbolento il flusso spaesa angoli
danzatori bionici ventagli di papillons
i desideri antichi fauni del flauto
ora che la febbre della carne di cielo
dissonanza i colori dei calicanti in festa
smemoriano futuro gli archi della mano
dove gole sciabordano Venere a monte
e la treccia delle solitudini coniuga cori
vertigine silenzio di mille pieghe ferite
perché amore è naviglio magico diorama
di giochi senza frontiere in riva al mare mentre
il cielo naufraga visuale incanto.

Abbiamo vestito i fianchi della luna amica
con l'iride calescente dell'inquieta bellezza
lungo le tracce svanite della risacca vortice
dove allo stupore turgido fra le cosce di donna
chinasti gemiti di lontananza baci di vento
alle sorgenti della contingenza mia vita
di sempre s
empre viaggio senza sentiero di stelle insonnia
e domani chi sa se il mattino ti sveglia eco
con i fiori della notte mio notturno di voli
concerto d'organi erranza sulla pelle di nuvola.
 

13. Il Tempo del poeta
a Edgar Morin
 

Delirio di fuoco il tempo rugiada
naviga diaspora la carne sentiero
turbolenza di nube zero l'origine
verso la zattera vortici nucleari
cascate d'alee stupore di farfalle
dentro dissolvenze fotoni rinascenti.

Risonanza magnetica nucleare il canto
erranza vibra delle cosce il desiderio
d'universi arborescenze magico boreale
quando il rogo del braciere interroga
scie del mare alone della noise Eco
la follia odi et amo dell'atomico cuore.

L'atomo del tempo il fuso punto della vita
allora accende il cielo e i semi terrosi
e l'ombra del volto vuoti quantici danzano
il caosmico veliero del gabbiano della luce
l'ambra del viaggio tra-monti giochi spirali
dove crocevia è dormiveglia di pulsarquasar.

Improbabile probabile la rete di Eu-ri-dice
mente qua e là le tracce della nascita divina
e della morte quale specchio d'infiniti diorama
dice l'oscuro splendore della catastrofe domani
ancora nostalgie senza memorie d'eternità immota
deriva seducente nello scirocco vago di Or-feo
 

14. Lo stupore del tempo

I frattali del silenzio navigano
d' insequenza i cigli vela delle onde
e dalle soglie del taglio il tempo
i passi lasciano i corsi della pianura
e i sentieri senza voce dei dis-corsi
le trecce tracciano della turbolenza
per-corsi relativi e dio odoroso d' alee
dove la tua carne d' estate è tam tam

divampa anadiomene la contingenza,
serti frequenze di spin alla fontana
e dei fianchi l' ombra adagiata d'analio
stupra lo stupore
sorriso di canneti posato dal vento
le preghiere d' agosto sulla negritude
il notturno gioco dell' occidente al sole
e dai calici del cielo cattolico sventra
il numero fratello dei morti per la pace
l' inferno della merce d'estetica vestito

sulla via del sale deporta il ritorno che
e leggera gravità cattura rughe la mente
i rocciosi pensieri che scalano discese
ora che hai abbandonato il delirio di ruggine
e le labbra versati desideri temporale slampi
e nel corpo degli anni scrivi le pagine tra
l' autunno della lontananza fra le mani

ooh i miei figli i passi sul confine del mare...
queste galassie spirali anti e astri versi d' orbitali

le risacche tastiere della memoria di luna
i frutti che non hanno mantenuto le promesse
donano nuove tele di sabbia ai colori dell' acqua
questi squarci che colano dalle ferite quantiche
e hasard di tangenza in fuga suoni lampeggiano
salti gli immaginari reali e i conti che non to


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